Guidonia, consiglio in videoconferenza, così la grillina Terzulli ha mentito al Prefetto
GUIDONIA – La lettera ferragostana porta la sua firma in calce e ne prova la responsabilità, non solo materiale, di avere raccontato menzogne al neo Prefetto di Roma Matteo Piantedosi. Loredana Terzulli, presidente del consiglio comunale, ha scritto bugie, mezze verità e «incongruenze» nella nota di risposta alla massima istituzione governativa sul territorio, che il 13 agosto le chiedeva lumi sulla decisione di programmare l’adunanza in modalità «da remoto» e non in presenza. Sul falso presupposto di percoli derivanti dal contagio della Covid-19 che non c’erano al momento della convocazione avvenuta il 5 agosto. La seduta assembleare era stata calendarizzata per oggi, martedì 25 agosto, alle 14.30 con all’ordine del giorno l’approvazione dello schema di Bilancio Consuntivo 2019. Un provvedimento slittato oltre i termini regolamentari fissati dalla legge al 30 giugno, rispetto ai quali il Comune di Guidonia Montecelio a guida 5Stelle è inadempiente. Settimane di ritardi ingiustificati, fino alla farsa della convocazione del 5 agosto con la modalità videoconferenza sulla base di un presunto allarme contagio. Inesistente invece nelle sedute precedenti, ben quattro, che nei mesi di giugno e luglio si erano tenute in presenza, regolarmente in aula consiliare.
Un escamotage per dare una mano alla risicata maggioranza grillina a fare numero anche con collegamenti balneari, consentendo così l’approvazione del punto? Il dubbio è venuto a molti e anche ai consiglieri di opposizione che della anomalia hanno investito il Prefetto di Roma con una prima nota il 10 agosto e una seconda il 20 (a replica delle difese scivolose di Terzulli), di cui si riportano alcuni passaggi: «Innanzitutto è opportuno chiarire che al momento della convocazione della seduta di consiglio comunale in argomento, nessuna particolare situazione critica di circolazione del virus si era ancora appalesata, anzi in quel momento si registrava il calo assoluto della curva dei contagi. Nessuna richiesta, inoltre, è stata formulata nei confronti dei consiglieri comunali rispetto ad una loro potenziale permanenza all’estero nel periodo estivo. Tutto ciò a stravolgere l’intero ragionamento presentato dal presidente del consiglio comunale volto a giustificare la convocazione della seduta del 25 e 26 agosto in modalità di videoconferenza».
C’è poi l’incongruenza sollevata anche dai sindacati di base. Proprio l’amministrazione grillina, nei giorni in cui disponeva il consiglio a distanza per il pericolo contagio, richiamava invece i dipendenti pubblici al lavoro in presenza. Ossia negli uffici. A dimostrazione che l’emergenza era ormai alle spalle almeno nella percezione politica dei 5Stelle. Scrivono ancore le minoranze rivolgendosi al Prefetto: «Ci preme, altresì, sottolineare che per tutti i dipendenti comunali già dal 12 agosto è stato disposto il rientro in servizio presso gli uffici, con modalità in presenza e contestuale revoca delle attività lavorative in smart working, così come testimoniato dalla segnalazione delle rappresentanze sindacali a Voi inviata in data 17.08.2020, che si allega alla presente. Circostanza che rende ancor più ingiustificato il provvedimento del presidente del consiglio comunale che nella decisione di convocare il consiglio comunale in videoconferenza sostanzialmente limita i diritti e le facoltà dei consiglieri comunali legittimamente eletti, in assoluto contrasto con la disposizione di servizio indirizzata a tutto il personale dell’Ente, al quale è invece richiesta la frequentazione obbligatoria degli uffici».
Ma quali sono le menzogne di Loredana Terzulli al Prefetto, al netto della profezia sull’aumento dei contagi? Il presidente scrive di un irreale malfunzionamento dei microfoni e delle telecamere in sala consiliare e della impossibilità, nel periodo feriale, di provvedere alla «manutenzione dell’aula» anche sotto il profilo della sanificazione «come richiesto nella riunione dei capigruppo del 4 agosto dallo stesso consigliere di Fratelli d’Italia Giovanna Ammaturo». Menzogne, appunto. L’aula del consiglio comunale, così come tutti gli uffici, è stata sottoposta a sanificazione come le foto testimoniano, e consente una fruizione in sicurezza ai consiglieri comunali e ai dipendenti dell’Ufficio di Presidenza. «Da ultimo – scrivono ancora le opposizioni al Prefetto in replica alle «incongruenze» di Terzulli – le criticità sul malfunzionamento del sistema di videoregistrazione, si protraggono in verità da almeno un anno e sono state più volte richiamate nel corso delle sedute (ne sono prova le registrazioni in streaming), senza che tale problematica tecnica sia stata ostativa allo svolgimento dei consigli comunali in presenza. Oltretutto, risulta da verifiche svolte presso gli uffici che fino ad oggi nessuna segnalazione in merito sia stata inoltrata né al competente Servizio Ced né alla società che per conto del Comune assicura la trasmissione in streaming delle sedute. Alla luce di queste ulteriori precisazioni ed elementi di valutazione, restando totalmente in disaccordo con la scelta del presidente del consiglio comunale di convocare in maniera arbitraria la seduta dell’assise in modalità di videoconferenza, siamo nuovamente a richiederLe ogni intervento riterrà utile per rispristinare un ordinato ed equo svolgimento del consiglio comunale».