I CONVEGNI tecnici – tre in totale nelle giornate di giovedì 13 e venerdì 14 luglio – voluti dalle imprese del distretto estrattivo in collaborazione con gli architetti dell’Ordine professionale più importante d’Italia (20mila iscritti) – hanno tratteggiato la strada verso il tempo nuovo, il quale affonda sì le radici nella storia ma guarda al futuro (ora o mai più) e alla sfida epocale della economia circolare applicata alla filiera del Travertino Romano, in ogni fase del processo produttivo: dall’estrazione, alla lavorazione e, infine, alla commercializzazione del prodotto sui mercati nazionale e mondiale. Gli imprenditori – il messaggio è stato chiaro – vogliono, devono mettersi alla testa di questa rivoluzione. Anche il concetto «di criticità», che ha segnato le attività estrattive nel legame con l’ambiente, deve lasciare cadere la sua accezione negativa, per diventare – lo ha sottolineato Filippo Lippiello, il presidente del Centro per la Valorizzazione del Travertino Romano (CVTR) – stimolo per «nuove opportunità».

Dopo il primo convegno tecnico di giovedì 13 luglio al Palazzo Rospigliosi di Zagarolo (NE ABBIAMO SCRITTO QUI: Genius Loci e lo spirito del luogo. Il Travertino Romano tra uso, storia e aneddoti per la formazione degli architetti) la due giorni di lavori, organizzata quest’anno nell’ambito della festa del Travertino Romano, è proseguita venerdì 14 luglio nella sede della Società del Travertino Romano (STR) in via delle Cave a Guidonia Montecelio, dove, come è ormai consuetudine, non sono mancati momenti legati all’intrattenimento e alle grandi performances artistiche.   

Il convegno delle 15.00

I distretti industriali del Lazio e la loro competitività, in particolare del Distretto industriale del Travertino Romano, sono stati al centro del convegno tenuto alla presenza di molti architetti, per quella che era una seconda giornata di formazione continua, ma anche di dirigenti e funzionari pubblici degli uffici dei Comuni di Guidonia Montecelio e di Tivoli. Nella sede della Str, hanno presenziato, inoltre, importanti esponenti del governo regionale, come l’assessore ai rifiuti Fabrizio Ghera, i parlamentari deputati di Fratelli d’Italia Alessandro Palombi e Massimo Ruspandini, il presidente della commissione Bilancio della Regione Lazio Marco Bertucci. Due ore e più di confronti e di libera circolazione alle idee, con il contributo degli imprenditori del settore estrattivo, sotto la supervisione dei coordinatori scientifici Vincenzo De Gennaro e Elisabetta Di Maddalena per il CVTR. Per l’Ordine degli architetti, presenti, tra gli altri, il delegato di zona Giorgio La Bianca e il predecessore delegato uscente Mario Luzi.

Filippo Lippiello, presidente del Cvtr con Francesco Dandini di Unindustria e il delegato di zona dell’Ordine degli architetti Giorgio La Bianca

«Quella di Guidonia è una realtà importante che vede 40 aziende per 60 attività estrattive nella Regione Lazio – ha spiegato Francesco Dandini De Sylva, presidente sezione attività estrattive Unindustria -. Auspichiamo l’introduzione di miglioramenti normativi per tracciare una linea di sviluppo che abbia un ritorno sicuramente economico per le aziende, ma anche sociale ed ambiente, misurabile e concreto». Filippo Lippiello ha detto di guardare «ai prossimi appuntamenti importanti come il Giubileo 2025 ed Expo 2030, a cui è necessario arrivare con un nuovo piano di assetto più coerente e che risponda alle esigenze territorio. Il distretto industriale si estende per  700 ettari, fornisce un materiale unico al mondo ma non ha una pianificazione chiara ed organica. Un parco delle cave? È possibile, se progettato nel rispetto della vocazione del territorio, delle necessità della cittadinanza e della sostenibilità del comparto, maestranze comprese».

«Rivisitare questi siti in un’ottica ecosostenibile consente di migliorare la competitività attraverso reti di imprese – ha spiegato Fabio Balsamo, dottore  commercialista -. Dobbiamo andare verso un modello di economia circolare per garantire la durabilità del prodotto al fine di allungare il ciclo di vita del travertino e ridurre le problematiche ad esso connesse, una volta che diventa residuo. Lo scarto può divenire materia secondaria da rimettere sul mercato anche nel campo della cosmesi come avviene nell’area di Massa Carrara, dove la polvere di carbonato di calcio, presente nel marmo e nel travertino, viene usata per la produzione di sapone».

Alessandro Panci (a sinistra) accanto al deputato di Fdi Massimo Ruspandini

«Un territorio ricco di centralità ed emergenze: da Villa Adriana a Villa d’Este (Siti Unesco) dalla Valla dell’Aniene all’ambito termale, il tutto a pochi km dalla Capitale – ricorda Alessandro Panci, presidente dell’Ordine degli Architetti PPC di Roma – una programmazione condivisa con tutta la filiera non ci farà arrivare impreparati a quando l’escavazione sarà prossima all’esaurimento».

Elisabetta Di Maddalena, imprenditrice al vertice del management della Str, presente nel consiglio di amministrazione del CVTR, che, va ricordato, è il Consorzio di promozione territoriale delle aziende estrattive, ha parlato della necessità di aggiornare le normative regionali e nazionali per dare nuovo slancio e traghettare il distretto industriale nel futuro. «Noi ci siamo», ha detto, in questo passaggio ormai non più rinviabile. Dopo gli anni difficili del passato, auspicando un nuovo spirito di collaborazione con la politica.

L’arte in cava

Il travertino ormai da anni si racconta attraverso una serie di performances artistiche di alto livello. L’obiettivo – ha spiegato Lippiello – è ancora quello di mettere direttamente in connessione l’estrazione «della nostra bellissima pietra ornamentale, con l’arte, l’architettura, la musica, la danza. La cultura è il filo rosso che congiunge tutte queste attività e che dà lustro al travertino».

In questa edizione 2023, l’arte è arrivata nel cuore della cava. Palcoscenico per la voce straordinaria di Francesca Garroni, le movenze leggiadre dei danzatori Chiara dell’Olmo, Clarissa Andrei, Fausto Paparozzi, la musica della violinista Diana Dragos. La cava, la pietra e il suo essere in simbiosi con l’acqua, sono stati d’ispirazione per l’artista e docente Oriana Impei, che quest’anno ha proposto un’opera legata all’attualità (dal titolo «una gru per la pace») e all’economia circolare, in quanto realizzata con materiali di recupero della lavorazione del travertino: la scultura è stata presentata adagiata nella fossa di cava, tra l’acqua del fondale, accanto ad un’altra opera, «l’isola galleggiante», rivestita di polvere di travertino nello spirito del riuso e dell’economia circolare.

In questa sezione, anche le opere dei maestri scultori il cui lavoro (su tutti quello del decano e maestro Angelo Di Palma) hanno guardato al tema dell’utilizzo dei materiali residui, trasformati in bellissimi oggetti di design. Suoni, «rumori» e luci in grado di risvegliare il sistema sensoriale dello spettatore, momento clou del programma artistico, è stata l’esibizione del gruppo di artisti internazionali provenienti da Barcellona, famosi per essersi esibiti al Moma, il Museum of modern art di New York City.

Il convegno delle 20.00. Economia Circolare, sviluppo e territorio

Un momento del convegno sull’economia circolare

Arrivare ai prossimi appuntamenti importanti come il Giubileo 2025 ed Expo 2030 con leggi più organiche (quella vigente è del 2004) e attuali, magari con la certificazione internazionale che riconosca il travertino come green, in quanto il suo ciclo di vita ha dimostrato di avere un impatto ambientale inferiore ad altri materiali e competitor come la ceramica. Un confronto tra politica e consorzio e tutti gli attori coinvolti in questa sfida è indispensabile. «Il nostro oro bianco della Tiburtina, Il travertino romano, una eccellenza del nostro territorio che dobbiamo valorizzare, anche adeguando le normative» ha spiegato Marco Bertucci, presidente della commissione Bilancio della Regione Lazio.

Marco Vincenzi, consulente del commissario straordinario Roberto Gualtieri nell’organizzazione del Giubileo della Chiesa cattolica 2025. guarda a questo importante evento per il rilancio di «un territorio ricco di risorse, che è protagonista assoluto della storia da due millenni e continuerà ad esserlo anche con l’evento di interesse mondiale del #giubileo2025». Hanno portato i saluti delle amministrazioni di appartenenza, il sindaco di Guidonia Mauro Lombardo, per il quale è necessario «ragionare del presente e del futuro di un settore cruciale per l’economia locale e regionale, approfondire i profili ambientali e paesaggistici connessi a questa bimillenaria attività estrattiva», il consigliere comunale e delegato del Comune di Tivoli Giovanni Cavallo, il quale ha parlato di «unicità e di tutte le potenzialità di questo straordinario materiale, così importante per il nostro territorio».

Franco Purini, architetto, saggista, professore emerito università La Sapienza

La parola ai tecnici. Cos’è l’economia circolare e come si adatta alla filiera di lavorazione del travertino, ne ha parlato il professore Marco Petitta, geologo e docente di idrogeologia all’ università La Sapienza, dipartimento scienze della terra. Riutilizzo delle acque di lavorazione per evitare la dispersione della risorsa idrica presente nelle fasi di estrazione della pietra, Petitta ha incentrato il suo intervento sulla possibilità per le imprese, in un contesto ispirato all’economia circolare, di «riutilizzare le acque di lavorazione e quelle che provengono dai processi di estrazione delle cave» invocando, inoltre, investimenti «per produrre energia geotermica, attesa la quantità importante di acqua termale presente nel ciclo estrattivo».

Il maestro dell’architettura e professore emerito Franco Purini, nel suo intervento, ha spiegato che «il travertino è figlio dell’acqua e di un movimento che rappresenta il tempo che evolve. Allo stesso tempo è durissimo e affronta secoli. Roma, prima che importasse marmi da tutto il mondo, fondava la sua architettura sul travertino che poteva sfidare secoli e millenni. Straordinaria la sua reazione alla luce, che nobilita e porta a livelli di visibilità l’opera architettonica come pochi altri materiali. Racconta la storia geologica del territorio e ha la capacità poetica di soggiacere alla luce nelle varie ore del giorno: quando radente per esaltare la materialità, quando perpendicolare per riflettere la brillantezza. Non a caso il Colosseo è un individuo architettonico che ha passato 2 mila anni».

La discontinuità auspicata dal presidente del CVTR

È ora di dire basta al «relativismo» che ha condizionato gli ultimi anni. Filippo Lippiello chiude la due giorni di festa e formazione del Travertino Romano citando Papa Ratzinger. Il presidente del CVTR, prima dei saluti, lancia un appello alle classi dirigenti perché sono loro deputate ad indicare strategie e traguardi per lo sviluppo, economico, sociale e culturale delle comunità. Devono abbandonare quella facile pratica del populismo perché questo «e il tempo delle competenze, delle professionalità e delle scelte, lontane dai relativismi». Insomma, Lippiello, chiede una nuova visione e una fase che vada nel solco della discontinuità. Un appello all’attenzione sul futuro, rivolto soprattutto alla politica che deve «governare i processi decisionali».   

Leggi anche Il Travertino romano si racconta, due giorni di incontri tecnici e performances artistiche tra Zagarolo e le cave di Guidonia

AUTORE: Elisabetta Aniballi

Blogger e Giornalista professionista. Nella sua trentennale carriera ha maturato esperienze prevalentemente nella carta stampata senza mai nascondere l'amore per la radio, si occupa inoltre di comunicazione politica e istituzionale.

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