La Strani idea: per le attività del «Consiglio culturale» l’aula diventa un set grazie allo streaming
GUIDONIA – Lo streaming come la Tv per promuovere le attività del «consiglio culturale», creatura immaginaria al momento disegnata da una delibera di giunta approvata (dai 5Stelle) lo scorso 5 novembre su proposta dall’assessore Elisa Strani. Nonostante la chiarezza non sia prerogativa dell’atto, vi si ipotizza la promozione di «futuri eventi di eccellenza ed elevato livello culturale, di comunicazione, di promozione del territorio nel triennio 2018/2021». L’unico elemento a emergere con sufficiente comprensione, di qualunque progetto si tratti, è che teatro sarà l’aula consiliare della terza città del Lazio. Lo spazio istituzionalmente deputato al confronto democratico, trasformato in set grazie alla possibilità della diretta streaming, strumento con cui è già possibile seguire in diretta i lavori assembleari. Per l’assessore una iniziativa «unica nel panorama nazionale», tanto da porsi addirittura come riferimento «per altri comuni». Si tratterebbe – ipotizza entusiasticamente Strani nella proposta – di «un nuovo Istituto che facendo leva sui diversi significati del termine “consiglio comunale” possa rappresentare un diverso punto di riferimento per la città».
E proprio attraverso lo strumento dello streaming l’aula dovrebbe diventare quel «luogo centrale per eventi di alto livello culturale realizzati, al momento, a cura dell’amministrazione comunale». Eppoi, nelle intenzioni Strani, sarà «la stessa disposizione dell’aula e i supporti audio a diventare strumenti per una nuova concezione dell’assise quale “consiglio” di confronto culturale e partecipazione attiva».
Quindi, la delibera prende a riferimento «la Convenzione di Faro e la tradizione culturale italiana» sulla cultura diffusa con il coinvolgimento di professionisti e dei beni culturali, oltre che di qualunque forma associative e del mercato del lavoro. Un testo definito «veramente rivoluzionario» che rinnova profondamente il concetto stesso di patrimonio culturale, considerato nei termini «di un insieme di risorse ereditate dal passato che le popolazioni identificano, indipendentemente da chi ne detenga la proprietà, come riflesso ed espressione dei loro valori, credenze, conoscenze e tradizioni, in continua evoluzione». L’atto dà ora mandato ai dirigenti di identificare nel piano economico di gestione le risorse per attivare il progetto. Di qualunque cosa si tratti la curiosità è alle stelle, non solo gialle del Movimento.