MONTEROTONDO –  L’ospedale Santissimo Gonfalone è «sorvegliato speciale». Nelle ultime 48 ore sono «sei i pazienti positivi ricoverati nel reparto di chirurgia che è stato temporaneamente dedicato all’emergenza». A darne notizia è il sito d’informazione Tiburno.Tv. Che aggiunge: «Al momento non c’è possibilità di trasferirli presso altre sedi, come è successo finora». Questo vuol dire che nel recente passato ci sono stati altri pazienti Covid trasferiti in altre strutture? Ora, appare abbastanza chiaro che la Asl Rm5, dopo che i pazienti in degenza sono risultati positivi e non sapendo dove collocarli, abbia deciso di trasformare la chirurgia del Santissimo Gonfalone in reparto Covid. Azienda sanitaria che dovrebbe rispondere se, a questo punto, nelle strutture distrettuali sia ancora garantito il diritto alla salute. Se i cittadini con patologie diverse da quelle del coronavirus abbiano ancora il diritto di essere curati e dove.

Ma il numero dei positivi è aumentato esponenzialmente in città. Passando in pochi giorni dai 70 ai 90 di domenica 1 novembre (lo ha scritto il sindaco Riccardo Varone sulla sua pagina Facebook). Stasera martedì 3 novembre i casi sono saliti a 97. Stando ai dati ufficiali diffusi dallo stesso Varone, solo la scorsa settimana si sono registrati 36 nuovi casi. Per quanto riguarda il cluster dell’ospedale, sempre secondo quanto riporta Tiburno.Tv, la direzione della Asl Rm5 solo domenica scorsa ha fornito indicazioni precise su come gestire l’emergenza di questi giorni. «Si è registrato un accesso notevole di pazienti covid positivi al pronto soccorso dell’ospedale di Monterotondo – scrive il sito – così come in quello di Subiaco, e la conseguente difficoltà di farli stazionare in sicurezza rispetto a tutti gli altri. Pertanto il 1 novembre è arrivata l’indicazione di effettuare dimissioni precoci di tutti i pazienti dimissibili dall’area medica e dall’area chirurgica, nonché il trasferimento dei pazienti chirurgici non dimissibili in area medica anche in sovrannumero». I reparti di chirurgia del Santissimpo Gonfalone, così come quello di Subiaco, vengono trasformati in aree Covid con trasferimento dei pazienti dal pronto soccorso. In realtà le indicazioni sulle dimissioni di tutti i pazienti dimissibili sono del 23 ottobre: NE ABBIAMO SCRITTO QUI:  Negli ospedali della Asl Rm5 i Pronto soccorso sono al collasso, da «decongestionare dai malati Covid». E ANCHE QUI: Covid a Monterotondo, picco di contagi, il sindaco: «16 nuovi casi in due giorni, non era mai successo». 

Ora i dipendenti dell’ospedale Santissimo Gonfalone sono preoccupati. E raccontano che «da giorni stanno mettendo in evidenza i problemi relativi alle stanze di isolamento del pronto soccorso. Una situazione definita critica. In particolare, a preoccupare, è l’aria condizionata. Un unico l’impianto per sala visite, reparto di breve osservazione, corridoio, triage, tisaneria, eccetera, che potrebbe veicolare il contagio.

Eppure la Asl, il 21 ottobre, con una nota stampa divulgata anche da Varone, sosteneva che era tutto a posto. Che «nessun allarme positivi è riscontrabile all’ospedale di Monterotondo e Distretto di Palestrina. Notizie totalmente prive di fondamento si stanno diffondendo circa una diffusione incontrollata di positivi presso l’ospedale di Monterotondo e (notizia più recente) presso il Distretto di Palestrina. Il Direttore Generale della Asl Giorgio Giulio Santonocito, nel constatare lo scarso senso civico di chi diffonde tali notizie creando ingiustificato allarme tra gli operatori e gli utenti, rappresenta come a Monterotondo si siano verificati di recente solo 2 casi positivi tra il personale, un infermiere e un ausiliario, e sono stati quindi eseguiti 48 tamponi molecolari sugli operatori (12 medici, 28 infermieri, 7 OSS e 1 ausiliario): tutti negativi».
Dopo due giorni, il 23 ottobre, la stessa Asl smentiva se stessa (a sinistra, la circolare a firma di Velia Bruno, direttore sanitario aziendale): la situazione era già allarmante anche all’ospedale Santissimo Gonfalone. Tanto da rendere necessaria una «decongestione dei pazienti Covid dai pronto soccorso». E le dimissioni di tutti i pazienti dimissibili. Contenuti che coincidono drammaticamente con le denunce del personale riferite ieri al Tiburno.Tv. Poi c’è quella grave «criticità» del sistema d’areazione che non fa stare tranquillo nessuno.

 

AUTORE: Elisabetta Aniballi

Blogger e Giornalista professionista. Nella sua trentennale carriera ha maturato esperienze prevalentemente nella carta stampata senza mai nascondere l'amore per la radio, si occupa inoltre di comunicazione politica e istituzionale.

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