Privilegi duri a morire. Onorari da principe del Foro e stipendio da pubblico dipendente, l’Ente liquida (come sempre) gli extra al capo dell’avvocatura
GUIDONIA – Nessuna spesa d’ufficio perché a carico del contribuente. Nessun rischio d’impresa in quanto la “clientela” ce la mette il comune, ma tanti soldini in più per l’avvocato dell’Ente Antonella Auciello, che continua a sommare allo stipendio di funzionario (con indennità di posizione organizzativa e di risultato) le spese legali delle cause patrocinate in via esclusiva. Onorari in grado di moltiplicarne le entrare a fine anno. Con buona pace delle centinaia di fornitori, possessori di titoli esecutivi, le cui spettanze tardano ad essere corrisposte. Che quelle cause le hanno vinte (magari) proprio contro l’Ente e il suo professionista legale. Gli ultimi onorari, in liquidazione in queste ore, sono pari a 30mila euro al lordo dei contributi previdenziali e assistenziali. Le determinazioni (dall’oggetto genericamente riportato in “liquidazione spettanze professionali” a scoraggiare l’interesse dell’osservatore), pubblicate in queste ore all’albo pretorio online a firma del segretario generale Annalisa Puopolo, elencano le decine di cause né vinte né perse (con compensazione delle spese tra le parti) a fronte delle quali corrispondere obbligatoriamente al responsabile dell’avvocatura i relativi onorari. Un reddito extra importante, garantito a prescindere dall’esito delle migliaia di controversie gestite ogni anno dal settore, dove il cliente, a differenza del libero Foro, è assicurato dal comune e con esso gli onorari.
Per fare l’esempio, se l’avvocatura perdesse 200 cause su 300 in un anno, al professionista dell’Ente spetterebbero comunque gli onorari, in caso di compensazione delle spese, come per i giudizi perenti e/o risolti positivamente. Da una sommaria valutazione, l’avvocato del comune, gestisce un giro di clienti pari a un grande studio legale della capitale. A differenza del privato non ha però il problema di procacciarsi il lavoro, si costituisce sempre nei giudizi di rito, anche senza opportuna valutazione dei casi, e una volta in udienza, è portato (a prescindere) a chiedere la compensazione delle spese di lite per via dell’onorario. Non ha uscite per utenze e quant’altro come il privato, né per i dipendenti che sono a carico dei contribuenti, il lavoro glielo trova l’ente, una condizione di privilegio da fare invidia al più famoso principe del Foro. Ma in più il professionista in questione, prende lo stipendio da funzionario categoria D, comprensivo delle indennità di posizione e di risultato, sfruttando appieno le prerogative che gli derivano dall’essere un dipendente pubblico.
Si obietterà, è la legge: il comune funziona specularmente all’Avvocatura dello Stato dove i (circa) 400 dipendenti-avvocati (fortunati) prendono lo stipendio pari a quello di una magistrato e incassano gli onorari di Bruno Giosuè Naso. Certo, l’avvocatura della stato andrebbe riformata. A maggior ragione una riforma gioverebbe alla razionalizzazione della spesa (e al miglioramento del servizio) nei comuni italiani dove il settore è internalizzato. Tipo Guidonia. Dove le proposte di cambiamento negli anni hanno sempre ceduto il passo al mantenimento dello Status quo. Nonostante le perdite per l’Ente (presunte) perché mai accertate al centesimo. Numeri davvero difficili da certificare anche nell’era della trasparenza amministrativa. Ad esempio, quante cause perde l’avvocatura comunale ogni anno? Certo non è sempre Auciello a patrocinare. Il meccanismo farraginoso risalente alla notte dei tempi, vuole che sia affiancata da avvocati (privati) iscritti nell’apposito albo, scelti dal responsabile (sempre lei) in via discrezionale e sottoposti al vaglio di sindaco e giunta. Ma quante sono le cause perse e quante per eventuali negligenze? Quanti sono stati gli euro spesi negli anni in cause non necessarie o perse? Quante volte si sono determinate condizioni di danno erariale? Chi controlla? In attesa degli indirizzi della amministrazione 5Stelle, dopo le roboanti promesse di rivoluzione della macchina amministrativa fatte in campagna elettorale, anche a Guidonia le caste italiane, poco conosciute dai cittadini, continuano a godere di grandissimi privilegi.