GUIDONIA – Un parere che rischia di generare uno tsumani (stavolta vero) sui conti pubblici del Comune. Che potrebbe finire all’attenzione della Conte dei conti per le valutazioni del caso: un danno erariale procurato alle casse dell’Ente per svariati milioni di euro. Ma anche all’agenzia nazionale anticorruzione (Anac) di Raffaele Cantone cui spetterebbe la valutazione dei comportamenti dei singoli, amministratori e dirigenti che negli anni avrebbero consentito a Tre Esse Italia Srl di incassare un aggio non dovuto. Lo dice uno studio del professor Andrea Guarino e dal suo staff incaricati da un un privato. I professionisti, tra gli avvocati amministrativisti più stimati nel Paese, hanno passato al vaglio le carte comunali, delibere e determine, ma anche gli atti del commissario prefettizio a capo dell’Ente a cavallo tra il 2016 e il 2017, giungendo alla conclusione che tutte le proroghe/rinnovi concessi alla società concessionaria per l’accertamento e la riscossione dei tributi comunali (Imu, Tasi, Tari, Ici) erano illegittimi. Viziati all’origine da forzature di legge che ne avrebbero compromesso a catena gli affidamenti successivi. Anche quelli passati nel 2012 da una gara d’appalto apparentemente regolare. Determinando la invalidità dei contratti a quei provvedimenti collegati, e di conseguenza la inefficacia degli avvisi di accertamento/riscossione inviati da Tre Esse Italia ai contribuenti.

Per mancata interferenza dei termini prescrittivi, potrebbero essere oggetto di ricorso presso la giustizia civile e tributaria tutte le cartelle di riscossione coattiva inviate dalla società negli ultimi cinque anni. Determinando un grave danno economico per l’Ente in termini di mancate entrate. Alle quali si dovrebbero aggiunte le spese di spedizione e l’ aggio già liquidati alla ditta. Un caos amministrativo che affonderebbe le radici nel lontano 2002. Quando la Giunta municipale dell’epoca affidò alla Treesse la prima proroga, modificando di fatto i termini contrattuali, in deroga alle leggi, comprese quelle che regolamentano i rapporti tra enti pubblici e concessionari. Via via che gli anni passavano, alle illegittimità iniziali se ne aggiungevano altre. Deliberazioni di consiglio mai votate, decisioni della giunta viziate da pareri dirigenziali che modificavano i plafond iniziali e quindi i termini concessori, così come il valore dell’aggio da riconoscere alla società, in violazione proprio delle norme che regolamentano i rapporti tra gli enti pubblici e i concessionari. Per Guarino portando la società a non disporre non solo di un “valido titolo per emettere alcun avviso di accertamento o atto di riscossione” ma anche per riscuotere le competenze, arrivate prima del 2006 a pesare il 35% del valore della riscossione stessa.

Ma anche la scelta di procedere con le proroghe/mascherate da rinegoziazioni di contratti comunque inefficaci, allargando di volta in volta le maglie della borsa a vantaggio della concessionaria, e senza indire le gara ad evidenza pubblica come la legge imponeva, avrebbe determinato secondo lo studio in questione un ulteriore motivo di illegalità dell’intera procedura. Fino agli ultimi atti della amministrazione 5Stelle, che continuando nella scia delle precedenti avrebbe prodotto atti inefficaci almeno fino alla gara bandita e affidata sempre a Tre Esse da Città metropolitana di Roma nel 2018. Scrive Guarino: “Nemmeno le due determinazioni del 2017 possono costituire un valido titolo idoneo a legittimare l’operato di Tresse Italia Srl”.

 

 

 

AUTORE: Elisabetta Aniballi

Blogger e Giornalista professionista. Nella sua trentennale carriera ha maturato esperienze prevalentemente nella carta stampata senza mai nascondere l'amore per la radio, si occupa inoltre di comunicazione politica e istituzionale.

2 Commenti
  • daniela buongiorno

    articolo molto interessante. le vorrei chiedere se ha avuto modo di seguire ulteriormente la vicenda e se sa come si è evoluta ovvero se c’è una sentenza ecc.
    Grazie

    Ottobre 21, 2019

Lascia un Commento

Il tuo indirizzo e-mail non sarà pubblicato.