UN RITROVAMENTO avvolto nel mistero. Raccontano le cronache più autorevoli (Il Corriere della Sera): «Nel settembre del 2017, il busto di Settimio Severo era avvolto in una coperta all’interno di un portabagagli di un Suv. Nella centralissima piazza Esedra. Probabilmente il reperto era stato venduto o stava per essere consegnato: frutto naturalmente di traffici illeciti. La scoperta fu fatta grazie al pedinamento da parte dei militari del comando provinciale della Guardia di Finanza di Roma». Per le cronache altrettanto autorevoli de Il Messaggero il ritrovamento viene collocato invece nel 2018. Come ha detto Margherita Eichberg al quotidiano romano qualche giorno fa: «Una splendida opera che arricchisce la serie di immagini dell’imperatore originario di Leptis Magna, in Tripolitania. L’opera è stata recuperata dalla Guardia di Finanza nel 2018 dopo essere tornata alla luce, secondo notizie acquisite, durante scavi clandestini nel 2016-17». Il reperto sarebbe riemerso all’Inviolata di Guidonia Montecelio. Probabilmente – è la tesi del Soprintendente – in un’area ancora non completamente sondata che ha già restituito la Triade Capitolina. Poco altro si sa delle operazioni di recupero da parte della Guardia di Finanza. Come della indagine giudiziaria che assieme al reperto avrebbe dovuto restituire i nomi dei tombaroli clandestini e le circostanze in cui avrebbero operato in una zona fortemente controllata. Un mistero per alcuni storici, esperti d’arte del territorio, che mettono il dubbio a fondamento della loro passione di studiosi. L’opera, secondo il volere della Soprintendenza archeologia, belle Arti e paesaggio per l’area metropolitana di Roma, la provincia di Viterbo e l’Etruria meridionale, è stata restaurata e esposta fino al 25 agosto 2018 al Colosseo. Oggi (mercoledì 4 dicembre) viene presentata a Palazzo Patrizi Clementi a Roma. Sara l’occasione per acquisire particolare sulle modalità del recupero e fare il punto sulla indagine giudiziaria?.

Intanto il sindaco di Guidonia Montecelio, il 5Stelle Michel Barbet, ha annunciato sulla sua pagina Facebook l’intenzione di portare il reperto al museo civico Rodolfo Lanciani di Montecelio. Per esporlo accanto alla Triade Capitolina. Un auspicio comprensibile che fa i conti pero con una realtà complicata. Fatta di divergenze tra la Soprintendenza, la nuova gestione museale e il direttore scientifico Ilaria Morini che non vanta nel curriculum la specializzazione in archeologia. Attualmente, e ancora, i responsabili del civico museo non dispongono delle chiavi delle vetrine né dei depositi. Non hanno insomma accesso ai reperti. Una realtà di forte contrapposizione definita da Alfonso Masini, studioso e filantropo, «un conflitto d’interesse grande come una casa sul museo che l’amministrazione (i 5Stelle ndg) non ha il coraggio di affrontare e risolvere». La diarchia nelle decisioni tra il Comune che è proprietario del sito e la Soprintendenza che continua a gestirne i reperti in esso contenuti ha prodotto paradossi e interrogativi. In questo quadro di opacità si sono verificate circostanze che lo stesso Masini ha evidenziato sui social. Domande rivolte al sindaco, rimaste senza risposta. La prima è sulla «scomparsa» di 10 delle 94 monete romane donate da Masini «al Comune e non allo Stato. Tutte classificate ed inventariate, nell’atto di donazione, nella delibera di accettazione della donazione, nell’elenco della prima esposizione. Come mai adesso ne vedo esposte solo 84?. Sono sicuro che nessuno ha rubato quelle non più esposte. Ma dove sono, si può sapere?». La seconda domanda è sul «raro e prezioso doppio sesterzio di Traiano Decio trovato all’Inviolata e mostrato recentemente nella conferenza di Filippo Avilia» che fine ha fatto?». E ancora domande:«Che fine ha fatto la Collezione Rusconi, che doveva essere esposta già nel 2016?; che fine hanno fatto i 20.000 euro stanziati dall’ amministrazione Rubeis per esporla?; ultima domanda: perché i cittadini e i turisti non possono vedere la preziosa collana d’oro trovata alla Selciatella?. Ci sono forse due musei al San Michele, uno pubblico e uno riservato?».

AUTORE: Elisabetta Aniballi

Blogger e Giornalista professionista. Nella sua trentennale carriera ha maturato esperienze prevalentemente nella carta stampata senza mai nascondere l'amore per la radio, si occupa inoltre di comunicazione politica e istituzionale.

Nessun Commento

Lascia un Commento

Il tuo indirizzo e-mail non sarà pubblicato.