GUIDONIA – La forza del centrodestra chiamato alla prova delle urne sta nella somma dei partiti che lo compongono, l’unità è stata la bollinatura che con ogni probabilità porterà la coalizione al turno di ballottaggio. La facile previsione riguarda Fratelli d’Italia, come a livello nazionale pronta a fare il pienone. D’interesse, nell’economia del dato elettorale complessivo, saranno i risultati di Lega e Forza Italia, se sottovalutate o sopravalutate nei pronostici si vedrà: l’attesa è comunque da vivere con il fiato sospeso, quando lunedì 13 giugno, a partire dalle ore 14.00, si apriranno le urne delle elezioni amministrative.
«Fratelli d’Italia punta ad essere il primo partito alle elezioni amministrative di Domenica 12 Giugno», Mario Pozzi, il coordinatore cittadino, non si nasconde e lo scrive chiaramente in un post su Facebook. Dal verdetto delle urne dipenderanno gli equilibri interni futuri allo schieramento, con Fratelli d’Italia portata, come a livello nazionale, ad esercitare un diritto di prelazione sulla colazione in caso di forte affermazione dei nomi di peso che sono ridiscesi in campo come Aldaberto Bertucci, Augusto Cacciamani, Antonio Tortora, Michele Bianco (solo per citarne alcuni), campioni di preferenze già passati numerose volte dalla prova delle urne.
Nella Lega, come ormai da qualche anno, c’è il nome forte di Alessandro Messa, qui ha trovato casa in extremis anche Maurizio Lotti, lungamente lusingato dalle civiche; l’ex assessore della prima giunta di Eligio Rubeis: Anna Di Tella. Una lista che ha saputo rinnovarsi puntando sui giovani, la cui matrice impressa dai Messa, Alessandro nella continuità con il padre, l’avvocato Vittorio, potrebbe però subìto accendere la competizione con l’altra famiglia che ha scritto la storia della destra guidoniana: i Bertucci. Insomma, un amarcord tutto da guardare, attualizzato in questi giorni dalla guerra dei manifesti tra i rispettivi capolista, Adalberto Bertucci da una parte e Alessandro Messa dall’altra. A rendere l’atmosfera frizzante, in caso di affermazione elettorale del Cdx, la carica di vicesindaco che risulterebbe già assegnata, da accordi pre elettorali, allo stesso Messa: questo almeno hanno riportato alcune indiscrezioni giornalistiche mai smentite, una funzione che trasformerebbero il giovane leader leghista nel sindaco ombra.
Forza Italia, nell’ultima versione uscita dal congresso del 2019, è nelle mani del duo Stefano Sassano e Maurizio Massini. Il primo è stato sindaco nei primi anni 2000 con una personalità non sempre assimilata con facilità dagli alleati, il secondo è stato consigliere comunale fino al 2014: 5 anni dopo ha preso le redini del partito come coordinatore comunale. Una squadra tosta quella del Cdx che, in caso di vittoria finale, non sarà facile governare per un aspirante sindaco civico, acerbo della politica giocata nelle trincee delle mediazioni, seppur con una lunga esperienza lavorativa maturata nella pubblica amministrazione, qual è Alfonso Masini, già grande assente di questa campagna elettorale. La cui assenza si è, però, perfino notata relativamente, quasi a dare un parametro dei pesi e delle misure in campo.
Che il centrodestra sia il favorito per la forza delle liste, almeno sulla carta, ci sono pochi dubbi. D’altronde, si tratta della coalizione che, dati alla mano, totalizza il maggior numero di consensi nel Paese. Lega, Fratelli d’Italia, Forza Italia, nei sondaggi arrivano a totalizzare una percentuale di gradimento a livello nazionale che supera il 45%. Voti che, in buona parte, si riverseranno sul candidato sindaco Masini: in buona parte, con qualche variabile già all’attenzione dei critici osservatori. È indubbio infatti che Mauro Lombardo, il candidato sindaco del Nuovo Polo Civico, sia molto di più di un terzo incomodo nella sfida a tre (fondamentalmente) per il ballottaggio. Un candidato civico sì, ma con una lunga storia di militanza nella destra cittadina. Una vicinanza ideale, personale con i tanti di Fratelli d’Italia che corrono per un posto da consigliere comunale. A questo punto le parole da pronunciare sottovoce nel Cdx sono due: voto disgiunto. Quello che consente di barrare il simbolo del partito, esprimere la preferenza ad esso collegata, ma di votare il sindaco di un diverso schieramento. Anche sotto questo profilo, i dati che lunedì usciranno dalle urne, saranno da attendere trattenendo il fiato.