Guidonia – Misteri e contenziosi all’orizzonte, l’illogica scelta di fare una nuova gara aumentando i costi del servizio di igiene urbana

GUIDONIA – Più che un caso è già un contenzioso. Nel senso che le aziende abruzzesi appaltatrici del servizio di igiene urbana (la Tekneko Fra.lli Morgante) hanno messo in moto gli avvocati, i quali hanno formalizzato diffide al Comune di Guidonia Montecelio e un ricorso alla giustizia amministrativa del Lazio, mentre è facile ipotizzare che l’intera vicenda sia destinata a finire nelle sedi opportune per l’accertamento dei danni e il calcolo dei risarcimenti eventuali. Manca la dovuta chiarezza intorno al mancato rinnovo biennale del contratto (valore: 22 milioni di euro), che avrebbe consentito alle due imprese di svolgere il servizio fino a maggio 2026 agli stessi patti, costi e condizioni.
Per i legali di Umberto Di Carlo, il patron di Tekneko che è andato fino a Bologna per assicurarsi l’assistenza di importanti esperti nel campo della contrattualistica pubblica, la opzione degli ulteriori due anni al termine del primo contratto di durata triennale – partito il primo giugno del 2021 e scaduto a fine maggio 2024 – era da intendersi tacitamente rinnovata dal Comune come è chiaramente scritto nel capitolato dell’appalto, non a caso di previsione quinquennale. Ciò in assenza della conclusione dell’iter di internalizzazione del servizio di igiene urbana, rimasto nei desiderata dei 5Stelle, che avevano amministrato l’Ente prima dei civici e del sindaco Mauro Lombardo. Tra le contestazioni inviate sulle Pec comunali, in primo luogo del dirigente Ambiente e Cave Annalisa Tassone, gli avvocati fanno menzione anche dei ritardi con cui il Comune ha disposto la proroga tecnica (unilateralmente decisa) per Tekneko: durata sei mesi (fino al 31 dicembre 2024), arrivata a contratto già scaduto, senza una programmazione e in violazione di legge.
La proroga tecnica darà comunque respiro alla burocrazia e consentirà agli uffici di predisporre gli atti di una nuova gara d’appalto, della durata di sette anni, che farà lievitare la spesa prevista dagli attuali 10.900.000 euro ai 13.000.000/anno, con inevitabile aumento della tariffazione (Tari) in danno di famiglie e imprese. E ciò a partire dall’aggiudicazione. Presumibilmente da gennaio 2025. Un maggiore esborso di denaro pubblico di oltre 2milioni/anno davvero difficile da spiegare, con l’Ente ancora sottoposto alle limitazioni di bilancio imposte dal Piano di riequilibrio finanziario, e dal momento che l’esercizio della opzione alla volta di Tekneko avrebbe garantito il servizio agli stessi costi attuali fino a maggio 2026. Una operazione più che azzardata, antieconomica per il Comune e di problematica comprensione logica. Che hanno provato a spiegare in aula (nel consiglio dell’11 giugno) il sindaco Lombardo e l’assessore all’Ambiente Andrea Mazza coadiuvati dal dirigente, parlando di necessità migliorative dei servizi ambientali, in linea con le direttive recenti di Arera (Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente).
Va detto, invece, che oltre al contratto con Tekneko Fra.lli Morgante per la raccolta differenziata, il trasporto e lo smaltimento di rifiuti + altro, nel campo della igiene urbana il Comune ha in essere altri quattro contratti con altrettante società, che a vario titolo si occupano di spazzamento delle strade, manutenzione e gestione del verde pubblico e altri servizi connessi, completando così il mosaico di una offerta sufficiente a garantire il massimo del decoro urbano. Allora perché non efficientare l’esistente con interventi mirati, contenendo i costi complessivi e lasciando a Di Carlo il servizio principale, nella miriade di quelli già previsti e pagati, per ulteriori due anni?.
C’era anche da percorrere la strada della rinegoziazione del contratto sui nuovi indicatori Istat, con una rivisitazione migliorativa dei singoli servizi offerti a cui la società avezzanese si è sempre detta disponibile. Dunque, a cosa è dovuta tanta chiusura e la scelta di procedere con una nuova gara tanto onerosa e mai espressamente prevista nelle linee e nelle carte dell’indirizzo politico?
È indubbio che la vicenda dell’appalto di igiene urbana nell’ultimo anno abbia assunto una forte connotazione politica. Chi scrive ha cercato di raccontarne le varie tappe in più di qualche articolo. Dopo il (formale) esercizio di rinnovo della opzione, obbligatoriamente previsto entro novembre 2023 ma mai arrivato, a dicembre l’organo di indirizzo politico sembrava invece intenzionato alla riconferma come è scritto nei verbali della commissione Ambiente. Seguivano mesi di silenzio in cui la fiamma ardeva sotto la brace, con le divisioni sempre più accentuate (e tenute nascoste) nella stessa maggioranza civica, che con Maurizio Remoli esprime la presidenza della commissione Ambiente.
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Ma già nella seduta del 12 settembre 2023, che chi scrive non ha difficoltà a definire «la madre» di tutte le commissioni all’Ambiente dell’era Lombardo, con il punto in trattazione «appalto del servizio di igiene urbana», era emerso un contorno di intrighi, sotterfugi, denunce anche di una certa gravità arrivate con la presenza dei vertici dell’azienda chiamati da Remoli in audizione. Le pressioni di una parte della maggioranza civica, distante e diversa da quella rappresentata dal presidente Remoli, avrebbero portato a percorrere la strada di una nuova gara d’appalto. I motivi sono stati anche rivelati nel corso della commissione, alla presenza di chi scrive intervenuta come giornalista interessata a seguire i lavori. Per mesi il cronista ha cercato di avere copia del verbale di quella seduta, misteriosamente scomparso ma poi riapparso in una versione light rispetto all’ampiezza degli argomenti trattati. Ora il dado sembra tratto, anche se intorno all’appalto più importante dell’Ente tanti restano gli interrogativi. E le risposte che dovranno arrivare.
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