Guidonia – La Collina del Sole ci risiamo, dopo la fogna fantasma ecco l’azzardo sui collaudi delle opere di urbanizzazione
GUIDONIA – Ha approvato il «certificato di collaudo tecnico amministrativo delle opere di urbanizzazione primaria» vecchio di dieci anni e saltato tutta una trafila burocratica ineludibile, in quanto già indicata in una sentenza del Tar del Lazio del 2022 inappellata e (quindi) definitiva. Una mossa del dirigente «facente funzioni» dell’Urbanistica Paolo Caracciolo, tale da comportare un evidente «aiutino» all’imprenditore edile per definizione Bartolomeo Terranova e alla sua lottizzazione convenzionata denominata «La Collina del Sole», ovvero la «madre» degli oltre 450 alloggi realizzati sulla ex provinciale 48 meglio conosciuta come «camionabile». Un complesso edilizio che è una specie di enorme cattedrale nel deserto. Tirato su dal nulla a partire dal 2011, con la necessità di dotarlo di ogni opera di urbanizzazione primaria e secondaria. Formula che, tradotta, corrisponde a strade, fogne, illuminazione pubblica, aree svago e alberature comprese nel prezzo. Questo prevedeva la convenzione urbanistica e permuta stipulata nel 2008 dal Comune di Guidonia Montecelio con il privato, la Cer Immobiliare Srl del noto imprenditore.
Un capitolo primo della storia, afferente le opere di urbanizzazione mai realizzate secondo le prescrizioni convenzionali, era stato scritto nel 2014. Divenuto perfino oggetto di indagine da parte della Procura di Tivoli sulla mancata realizzazione di una fogna del valore di oltre 2 milioni di euro. Una vicenda controversa e ancora non del tutta sanata. Che nel 2021 costringeva il consiglio comunale, allora a maggioranza 5Stelle, a licenziare in aula una delibera di riconoscimento del danno per un valore di oltre 600mila euro, cagionato dal Terranova al proprietario «vicino» Paolo Morelli (e alla sua società consortile dell’Inviolata), il quale si era visto «espropriare», di fatto, una parte del bene per la realizzazione di un collettore fognario non previsto e in sostituzione della famigerata fogna passata alle cronache come «fogna Pizzarotti». Seguirono anni di battaglie legali in tutte le sedi della giustizia amministrativa e civile, con interesse della Procura della Repubblica, in quanto la mancata costruzione della fogna aveva consentito al privato di risparmiare oltre 2milioni di euro, tuttavia incassati dalla Cer Immobiliare grazie ad un incentivo pubblico. Una storiaccia, insomma. La cui conclusione resta tutt’oggi nebulosa nei meandri del palazzo. Per cui non è dato sapere se il Comune abbia poi effettivamente provveduto al recupero forzoso delle somme pari al risarcimento riconosciuto a Paolo Morelli nel 2021.
Adesso, la vicenda della Collina del Sole sembra arricchirsi di un nuovo capitolo relativo al collaudo azzardatamente disposto per tutti i 13 comparti urbanistici. Grazie a Paolo Caracciolo che, con la determina 134 del 14 ottobre 2024 ECCOLA, CLICCA E LEGGI, ha chiuso la vicenda del collaudo e dei punti luci all’interno del comprensorio, adottando il riconoscimento amministrativo del certificato di collaudo emesso il 30 settembre del 2014 dalla omonima commissione. Peccato che, nei 10 anni trascorsi, i giudici abbiano scritto pagine sulle procedure da seguire, indicando all’Ente tempi e modalità amministrative da seguire prima della presa d’atto del collaudo. Riferimenti mancanti e procedure bypassate dal dirigente che, infatti, nella determina delle polemiche sotto brace, sembra voler omette ogni riferimento alla menzionata sentenza del Tar del 2022 ECCOLA, CLICCA E LEGGI.
In buona sostanza, il Caracciolo, con l’atto pubblicato a ottobre, acquisisce al patrimonio dell’Ente la gestione totale dell’impianto di illuminazione anzitempo, caricandosi senza apparente giustificato motivo i costi del suo mantenimento e dei consumi energetici. Una circostanza che ha finito per coinvolgere l’altro dirigente comunale, l’architetto Paola Piseddu delegata, tra gli altri, al pagamento delle utenze comunali tra cui la luce pubblica. Autrice di una nota al vetriolo indirizzata proprio sulla questione collaudi «Collina del Sole» al sindaco Mauro Lombardo, al segretario generale Gloria Di Rini, all’avvocatura dell’Ente, al dirigente al Demanio Annalisa Tassone. Una missiva datata 18 novembre 2024 in cui l’architetto solleva ogni possibile perplessità sulle scelte adottate. Per le inevitabili ricadute sulle casse pubbliche nell’immediato e nella prospettiva di inevitabili contenziosi magari di interesse della Corte dei Conti. Fa notare, Piseddu, che a seguito della pubblicazione della determina a firma Paolo Caracciolo, l’Ente sarà costretto a sobbarcarsi costi al momento non dovuti ad evidente beneficio della Cer immobiliare. E dovrà smettere di «recuperare» mensilmente presso la medesima società, le somme anticipate mensilmente per coprire i costi dell’energia necessaria ad illuminare le strade del comprensorio. Tutto questo in assenza degli atti amministrativi che rendano la legittimità dell’intera procedura di collaudo delle opere di urbanizzazione.
Per Piseddu, che chiede chiarimenti al momento non pervenuti, la determina Caracciolo sarebbe in contrasto con quando stabilito dalla giunta municipale il 14 novembre del 2019 con una delibera (la numero 106) mai revocata o sostituita nelle linee d’indirizzo, eppure presa a riferimento da Caracciolo per chiudere la procedura amministrativa di approvazione del collaudo. La delibera dell’ex giunta 5Stelle, scrive inoltre il dirigente, non prevedeva in nessun modo «la presa in carico anche parziale delle opere di urbanizzazione, per cui i restanti oneri ed obblighi restano a carico del lottizzante inottemperante. Si specifica – aggiunge Piseddu – che tale provvedimento della giunta era basato sull’ordinanza dirigenziale n.370 del 2017, ritenuta legittima dal Tar con sentenza 852 del 2022 passata in giudicato con la quale si accertava che, in base alla convenzione, occorreva prima completare e quindi collaudare tutte le opere di urbanizzazione previste e riferite ai 13 comparti, concludendo che l’amministrazione non era ancora tenuta a prendere in consegna gli impianti in argomento e che gli stessi dovevano rimanere nella disponibilità della Cer Immobiliare Srl, con i correlati obblighi di custodia e manutenzione degli stessi». Disposizioni mai superate con l’adozione di ulteriori atti o provvedementi dell’Ente e invece completamente bypassati dalla determina Caracciolo. La «Collina del Sole» sta per scrivere altre pagine di storia giudiziaria?.