Monterotondo, Tari su del 10% in tempo di Covid ma la città è sporca e i rifiuti rimangono in strada
MONTEROTONDO – La domanda retorica l’ha posta il consigliere comunale d’opposizione Simone Di Ventura in un post pubblicato sulla sua pagina Facebook: «Guardandovi intorno direste mai che il servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti costi quest’anno, complessivamente, 8.865.431,61 euro (+ 10% rispetto al 2019)?»
«La somma monstre la pagate voi contribuenti – scrive Di Ventura – ed è comprensiva di tutti i costi «di investimenti per opere e relativi ammortamenti, nonché di tutti i costi d’esercizio di gestione dei rifiuti, dello spazzamento e lavaggio delle strade pubbliche». Questo è scritto nelle carte del Comune di Monterotondo. Sono un sacco di soldi che, suddivisi secondo criteri fissati dalle norme, vi vengono sottratti attraverso la bolletta che in questi giorni state ricevendo a casa».
E aggiunge: «Puntuale come il più odioso dei balzelli locali, la Tari arriva dunque a domicilio e, per quanto vi viene chiesto di pagare, dovreste immaginare di vivere a Stoccolma (massimo esempio di città pulita e con elevati standard qualitativi dei servizi offerti). Monterotondo invece non è propriamente la municipalità dei vostri sogni. Sporca e piena di rifiuti abbandonati. In alcuni quartieri più simile a Karachi in Pakistan per via dei cassonetti ancora presenti nelle strade, forse unico caso in Italia. Ma allora, perché dovreste spendere tanto per avere indietro un così pessimo servizio?»
Di Ventura sostiene quindi di essersi fatto un’idea del perché la tariffa è una delle più alte della provincia di Roma, della regione Lazio. «Tutti insieme verserete quasi 9 milioni di euro nelle casse dell’Apm, l’azienda municipalizzata. La mia idea, praticamente una certezza – aggiunge – è che nei costi esorbitanti sia compreso tanto spreco di pubblico denaro, utile solo ad alimentare il carrozzone Apm. La municipalizzata «succhia soldi» del Comune di Monterotondo.
Per fare meglio comprendere quanto sia fuori mercato la tariffazione in rapporto al servizio reso, ho deciso di comparare i costi sostenuti dalla vicina città di Mentana, decisamente pulita, dove la raccolta differenziata ha raggiunto percentuali elevate e i cassonetti da anni sono spariti dalle strade. Mentana, per il servizio di gestione dei rifiuti e del decoro urbano, spende anche quest’anno 3.524.887,15 euro. Con una popolazione di 23mila unità (la nostra è di 41mila unità) risparmia 5.340.544,46 euro, sostenendo costi che sono un terzo dei nostri, garantendo ai contribuenti forti risparmi».
«Come sia possibile tale differenza, sia nella spesa che nella qualità del servizio – conclude – dovrebbe spiegarlo il sindaco Riccardo Varone che però, a ogni occasione quando messo davanti ai conti che non tornano mai, si sottrae.
Intanto, un anno è già passato dall’insediamento dei Varone Boys e Girls e le promesse migliorative rimangono tali. La città è sempre più sporca e all’Apm i responsabili di una perenne gestione fallimentare sono stati confermati. Mentre i cittadini continueranno a pagare tanto un servizio troppo scadente. Questa tassa, adesso, metterà in ginocchio le imprese commerciali e graverà sulle famiglie già indebitate dal lochdown. Grazie amministrazione, grazie centrosinistra: i cittadini ringraziano».