Il centrodestra senza candidati nell’Uninominale guarda in casa altrui? Al via la campagna elettorale (breve) tra malumori e aspettative tradite
GIOVANNA Ammaturo, leader locale di Noi con Salvini, invita tutti all’unità. Poi boccia preventivamente qualunque personalismo a danno (eventuale) di Barbara Saltamartini, il candidato di coalizione nel collegio uninominale di Guidonia (e dintorni) per la Camera dei deputati. Una scelta calata dall’alto, non concordata con i partiti locali, frutto di logiche spartitorie interne al centrodestra che hanno sollevato più di qualche malumore e polemica. Se Forza Italia si è vista riconoscere la rappresentanza territoriale nella candidatura di Stefano Sassano, l’ex sindaco, a lungo oppositore in seno alla sua stessa maggioranza di governo nel bienno 2014-2016 (in corsa nel collegio plurinominale), lo stesso non vale per Fratelli d’Italia. Il partito di Giorgia Meloni non fa segreto di aver mal digerito l’esclusione dei quadri locali dalle liste. Aprendo scenari retroscenisti da manuale per gli osservatori dei fatti politici. È evidente che la caretta del centrodestra necessita di un traino comune, sia nel collegio uninominale che in quello plurinominale, sarà veramente così?
A spaccare ulteriormente, rendendo l’esito del voto quantomai incerto, c’è poi la competizione regionale. Dove all’interno degli stessi partiti del centrodestra, anime varie guardano a candidati diversi. Ad esempio Mauro Lombardo e i Biplanisti schierati con Sergio Pirozzi nella corsa per il Lazio, alle politiche sceglieranno l’indipendente in lista per il Pd Aldo Cerroni – che nel collegio di territorio sfida l’ex farista movimentista Sebastiano Cubeddu – o seguiranno le radici e il cuore, sulla strada della salviniana (e amica) Barbara Saltamartini? La partita del leader leghista nelle regionali del Lazio continua a essere ambigua, sarà al fianco di Pirozzi o della coalizione che sostiene Stefano Parisi? E nel caso in cui, di fatto, la preferenza dovesse andare nella direzione del sindaco di Amatrice, Ammaturo e i locali salvinisti sarebbero in grado di trovare agevoli punti di incontro per superare (a quel punto) le inevitabili sollevazioni tra gli alleati? C’è poi la condizione di Fratelli d’Italia. Alessandro Messa, dirigente nazionale del partito, è stato molto critico con la Meloni per come ha gestito le candidature in seno alla coalizione. In segno di dissenso (ulteriore) il giovane patriota potrebbe lasciarsi tentare dalla territorialità dell’amico, ex alleato nel governo cittadino (fino al 2016) Aldo Cerroni? La scelta renziana dell’avvocato dedito al civismo, potrebbe rappresentare il valore aggiunto per convogliare il voto trasversale, rendendo il collegio uninominale tutt’altro che blindato (sulla carta) per il centrodestra? La competizione è aperta. Nei collegi dove i seggi si assegnano con criterio proporzionale, la lotta, anche solo formale, è tra Stefano Sassano, in posizione abbastanza alla portata per essere eletto, alle spalle di Sestino Giacomoni e Patrizia Marrocco, e Emanuele Di Silvio, già aspirante sindaco del Pd nel 2017, che però occupa l’ultima casella nella quaterna dei candidati, dopo Maria Elena Boschi, Roberto Morassut e Micaela Campana. La campagna elettorale entra nel vivo, c’è tempo un mese per perdere, o trovare consenso.