GUIDONIA – Nei sondaggi (non solo nazionali) il M5S è in caduta libera, i fasti di 5 anni sono di altra era politica, un lontano ricordo. Ecco allora che gli stellati, nei Comuni dove sono in campagna elettorale, ne inventano di ogni colore e forma per recuperare consenso. A Guidonia Montecelio, terza città del Lazio chiamata ad eleggere il nuovo sindaco i prossimi 12 e 26 giugno, i movimentisti (schierati in alleanza con il Pd)  si sono spinti oltre i limiti. Violando le norme che impongono, durante i giorni della campagna elettorale, di non svolgere attività di comunicazione.  In particolare, Michel Barbet, il sindaco grillino non riconfermato e ora in corsa per un posto di consigliere comunale, ha pubblicato un post sulla Tari (dal suo punto di vista ridotta per le famiglie), diventato uno spot elettorale del M5S. Lo fa notare Mario Pozzi, il coordinatore comunale di Fratelli d’Italia.  «C’è una legge, ed è ben chiara – scrive in una nota stampa -. Ma non siamo preoccupati, anzi: tutto questo non fa altro che confermare tutte le nostre percezioni. La coalizione progressista è in palese difficoltà».

«Utilizzare atti amministrativi per fare propaganda. Accade anche questo sotto campagna elettorale. Faccio riferimento al comma 1 dell’articolo 9 della legge 28/2000, le disposizioni per la parità di accesso ai mezzi di informazione durante le campagne elettorali e referendarie e per la comunicazione politica, che recitano: Dalla data di convocazione dei comizi elettorali e fino alla chiusura delle operazioni di voto è fatto divieto a tutte le amministrazioni pubbliche di svolgere attività di comunicazione ad eccezione di quelle effettuate in forma impersonale ed indispensabili per l’efficace assolvimento delle proprie funzioni. Un principio che l’amministrazione in carica a Guidonia ha del tutto dimenticato».

Con buona pace dell’etica e del rispetto delle regole. «Oltre al comunicato stampa istituzionale, sono apparsi – prosegue Pozzi – richiami elettorali in queste ore, in cui, con riferimento alla riduzione della Tari fatta per le famiglie, spicca l’invito a votare il M5S. Neanche il buon gusto di richiamare l’intera coalizione, per non parlare della scelta di utilizzare un fatto di ordinaria amministrazione per fare campagna elettorale spicciola, con buona pace delle disposizioni previste dalla legge 28/2000».

Il tutto, come da prassi ampiamente dimostrata in queste settimane. «Lavori stradali gli ultimi quindici giorni prima del voto, peraltro male organizzati, con contestuale blocco di una viabilità già provata, pulizie ordinarie e straordinarie, e adesso questo. A dieci giorni dal voto. Dopo cinque anni di niente, tentano in tutti i modi di riacquisire consensi. Missione disperata, degna di chi continua a non avere il polso della città. Contenti loro…», chiude Pozzi. 

AUTORE: Elisabetta Aniballi

Blogger e Giornalista professionista. Nella sua trentennale carriera ha maturato esperienze prevalentemente nella carta stampata senza mai nascondere l'amore per la radio, si occupa inoltre di comunicazione politica e istituzionale.

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