Sei di Guidonia se… (e ci resti) insulti e sei attivista. Diecimila profili tra reali e farlocchi, ecco il gruppo che ama i 5Stelle e cancella i dissidenti
Non Sei di Guidonia se… dissenti, polemizzi aspramente senza mai ricorrere al turpiloquio e alla offesa oggettiva, se per di più non simpatizzi per i salvatori del popolo, gli indefessi sostenitori del nuovo avanza nella terza città della regione. Se non Sei di Guidonia se… ma ci sei capitato per caso avendo avuto voglia di condividere opinioni, di qualsivoglia libertà, hai un sola possibilità: la censura, la espulsione, la messa al bando. È successo a me e non me ne capacito. Ho detto e ridetto a me stessa “che cosa avrai mai scritto di male per meritare tanto?”. Poi ho capito. Perché fuori dal coro, dalle greppie o conventicole, dai contro-cori di esaltazione. Tant’è.
Eppure su quel gruppo qualcuno mi aveva invitava a “defecare nel giardino dei sui amici, quello è il suo posto”; e ancora: “Di postare il suo culo signora Aniballi” e altre oscenità a seguire, oltremodo in tema. E allora come mai non aveva subito alcuna ammenda? Perché non era stato richiamato, bannato, censurato come portatore di vocaboli volgari attraverso una violenza verbale carica di odio verso l’altro essere umano? Nel post in questione aveva ulteriormente elencato offese, ingiurie e diffamazioni, eppure l’innominabile è ancora a tutti gli effetti membro del gruppo pubblico Sei di Guidonia se… dove evidentemente rimani (con la licenza di offendere) solo se sei un sostenitore del Movimento 5Stelle locale che governa la città.
Dal bailamme dialettico di batti e ribatti, al contrario senza l’uso di parolacce, invettive e turpiloqui di varia estrazione, a risultare unica espulsa, censurata, bannata dal gruppo sono stata quindi io. A dire il vero insieme al commentatore compulsivo Mattia Marini, sì sostenitore dei 5Stelle ma non a livello locale, egli paga il prezzo di avere quale referente Roberta Lombardi e di sottrarsi a sottomissioni varie dai molteplici capetti guidoniani, consiglieri per caso e con qualche decina di preferenze.
Ora, caso ha voluto, che le carenze umorali di cui ero rimasta vittima all’indomani della esclusione (avvenuta l’11 dicembre) con tanto di autoreprimenda “perché a me, solo a me”, siano state compensate dal gran numero di messaggi privati (di solidarietà) giunti da semplici cittadini, concentrati a circostanziare i soprusi subiti con la sottoscritta. A dimostrazione che il gruppo in questione fosse già attenzionato – da più di qualcuno – e non da ieri, per l’uso spregiudicato (sfuggito evidentemente ai solerti amministratori) di profili fake riconducibili a amministratori, consiglieri, assessori, semplici militanti. Tutti lì a controllare come tira il vento, a leggere chi scrive cosa contro chi e farne l’uso consono agendo di conseguenza. Vale a dire: se ti permetti di dissentire (e io ti leggo) ti cancello. E non dal gruppo Sei di Guidonia se…
Conclusione: non volevo crederci, me ne farò una ragione. Libera di commentare liberamente altrove il mio pensiero. Libera sempre. È anche vero che personalmente non ho nulla da chiedere all’apparato 5Stelle per sentirmi rispondere “se ti permetti di dissentire (e io ti leggo) poi ti banno, e non da Facebook?”. Ma per tutti gli altri? Quando si stava peggio certi comportamenti si definivano censure e intimidazioni, nel nuovo corso non so.