GUIDoNIA – I candidati dei 5Stelle dicono bugie e anche poco credibili. In effetti, da quando è scoccata l’ora elettorale, i 24 nomi in corsa per contendersi  un seggio al prossimo consiglio comunale, sono scatenati e parlano di tutto, affrontando ogni tipo di argomento. I social sono pieni di casalinghe, disoccupati, commesse che danno lezioni di macro e micro economia politica, di equilibri di bilancio, di Piani esecutivi di gestione degli enti locali, una piega (o piaga) il cui principale artefice è stato Michel Barbet. Il quasi ex sindaco grillino (declassato ad aspirante consigliere) è tornato infatti a menare duro con la storia del fantomatico «buco di bilancio» trovato nel 2017. Così, con l’obiettivo di colpire il centrodestra, in combutta con il quasi ex amministratore Giuliano Santoboni, ha pensato bene di azionare la macchina del fango che ha colpito (anche) Giovanna Ammaturo, consigliere comunale di Fratelli d’Italia, una signora non solita a farsi passare la mosca sotto il naso.

La macchina del fango grillina

Nel mirino di Barbet, erano finiti gli interventi in aula di Ammaturo sul caso degli espropri mai perfezionati (dalla fine degli anni ’70 del secolo scorso), di alcune aree di Colle Fiorito di proprietà della famiglia Tedeschi: lo scherzetto costerà al Comune di Guidonia Montecelio indennizzi per 18milioni di euro. Il consigliere di Fd’I lo ha detto ripetutamente, ed era la verità, ma nella foga della campagna elettorale, e dell’ultimo provvedimento del Tar a favore dell’Ente ma ininfluente sui soldi che si dovranno sborsare, Barbet si è fatto prendere la mano cantando vittoria sulla sua pagina Facebook: «Non dobbiamo pagare i 18 milioni, abbiamo vinto noi, sbugiardate le opposizioni di quei partiti che hanno creato il “buco” in passato». La replica di Giovanna Ammaturo non si è fatta attendere. Assieme all’accusa rivolta ai 5Stelle (e al Partito democratico) di avere creato loro un nuovo squilibrio nei conti, altrimenti detto grosso «buco» di bilancio per 41 milioni. A tanto, in effetti, ammontano le mancate riscossioni di tributi locali, senza considerare il resto. Come i 18 milioni che l’amministrazione si prepara a liquidare ai Tedeschi. Più «buco» di così?

Il Tar conferma: il Comune deve riconoscere gli indennizzi

La nota stampa di Giovanna Ammaturo

«L’italiano dovrebbe essere uguale per tutti ma non per i grillini di Guidonia Montecelio – scrive Ammaturo in una nota stampa al vetriolo – i quali, iniziando dal sindaco, in campagna elettorale come consigliere,   adulterano la lingua e cercano attraverso i social di plasmarla a loro piacimento cercando di edulcorare la verità. Ancora una volta emerge l’insipienza di questa maggioranza che è prima di tutto morale e poi rivela un impegno intellettuale inesistente. Pensando di trovare ancora elettori che credono agli asini che volano si affannano ad affermare che la sentenza del Tar  5921 pubblicata il 12 maggio da ragione alle loro capacità. In pratica a detta degli eredi Tedeschi dal 1977 l’Ente insieme all’ex IACP oggi ATER hanno utilizzato la proprietà agricola  della famiglia per costruirci, a Collefiorito,  4 torri di case  popolari senza pagare i terreni. Dopo 4 giudizi al Tar in cui il comune non si è mai costituito,  la nomina di un commissario ad acta “nell’inerzia dell’amministrazione” che ha anche lamentato una mancata collaborazione dell’Ente,  il 27 aprile la seconda sezione ha sentenziato, è scritto a pag. 11 : “Resta impregiudicata (che in italiano significa irrisolto nda ) la contestazione dell’importo dovuto che appartiene alla cognizione del giudice ordinario presso il quale, del resto, già  pende il giudizio…  come pure rimane impregiudicato il pagamento delle spese e degli onorari del commissario ad acta che deve ritenersi abbia cessato il suo incarico che sono in ogni caso dovute per l’attività che ha espletato…. Liquidato a carico del comune di Guidonia Montecelio come statuito in sentenza di nomina».

Leggi anche: Torri di edilizia popolare a Colle Fiorito, i 5Stelle condannati «in contumacia» a pagare indennizzi per 18 milioni

«In pratica – continua Ammatuto – dal 31 maggio 1985 i Tedeschi sono in causa con l’Ente per ottenere il risarcimento  che un commissario nominato dal Tar ha stabilito essere pari a poco meno di 18 mln di euro.  Una sentenza della Corte d’Appello del 2005 stabiliva il pagamento provvisorio di poco più di un milione di euro mentre l’esatta remunerazione e gli interessi sono ancora al vaglio della Cassazione. Pertanto nulla è mutato, ergo si può dedurre solo che in capo alla città pende per ogni residente un potenziale  debito di 180 euro. Nessuno ha verificato e riferito  perché i terreni non furono pagati al signor Tedeschi nel 1977 eppure gli ex sindaci comunisti, la dottoressa Anna Rosa Cavallo ed Ezio Cerqua sono ancora lì che si vantano delle case popolari costruite, ma per quanto reclamato e non pagato? Come pure c’è da chiedersi perché dal 1977 solo nel 1985 il proprietario ha intentato una causa che pure  dura da 37 anni!! In tutti questi silenzi e omissioni – aggiunge ancora Ammatutro – come consigliere comunale di opposizione, senza leggere le carte che mi sono trovata da sola, come pure i piani particolareggiati del 1979 su detti terreni, avrei dovuto votare per trovarmi responsabile economicamente di ammanchi? L’ho ben specificato: io con l’amministrazione grillo-comunista di Barbet non voglio averci nulla a che fare. Non nutro alcuna fiducia politica ed ho acclarato la loro incompetenza e la incapacità. Se la sono votata da soli dovranno rispondere, chi può, alle loro famiglie in quanto molti di loro sono entrati in politica per il solo gettone di presenza. Posso dedicare il mio tempo e tanto amore insieme ai gettoni di presenza alla Città ma il patrimonio personale costruito con 40 di onesto lavoro non lo lascio alla manifesta incapacità amministrativa di Barbet che 5 anni orsono spese 200 euro per diventare sindaco e triplicare il suo mod. 730».

Leggi anche: Errori, negligenze e bugie: le Torri della paura pentademocratica

«Era Barbet e la sua maggioranza che 4 anni orsono sono  scappati  inseguiti  dai cittadini perché volevano  chiudere le cave di travertino – attacca Ammaturo -. Questo occorre ricordare agli elettori non le supercazzole con svolta a destra. Mi ero ripromessa di non intervenire per lasciare spazio ai candidati di FdI che sono di certo più bravi ma, essere additata perché amo dire la verità e non manipolarla come chi, senza scrupoli, ha assunto dal concorso di Allumiere  pensando che esistano ancora i  creduloni mi fa sobbalzare. Sfido Barbet – conclude il consigliere – e i suoi menestrelli cantastorie a riferire la verità a convocare una conferenza stampa offrendo una copia della sentenza e riferisca il  mancato introito di 41 mln di euro di tributi».   

AUTORE: Elisabetta Aniballi

Blogger e Giornalista professionista. Nella sua trentennale carriera ha maturato esperienze prevalentemente nella carta stampata senza mai nascondere l'amore per la radio, si occupa inoltre di comunicazione politica e istituzionale.

Nessun Commento

Lascia un Commento

Il tuo indirizzo e-mail non sarà pubblicato.