GUIDONIA – Basta leggere il dispositivo del provvedimento passato dai voti dell’aula (consiglio comunale del 6 aprile scorso). Che così recita: «Riconoscimento delle sentenze n.10946/2018 e n.34.33/2020 del Tribunale amministrativo del Lazio […] tramite emanazione del provvedimento ex articolo 42 bis del Testo unico sugli espropri». L’articolo di legge richiamato è quello sull’acquisizione degli immobili occupati senza titolo, cioè senza aver svolto un legittimo procedimento espropriativo. Sempre il 42 bis dispone «il conseguimento della proprietà del bene» attraverso il versamento «di un indennizzo al privato quale ristoro del pregiudizio patrimoniale e non patrimoniale subito».

Riconoscendo la procedura di acquisizione sanante, tra l’altro pretesa dai privati in forza di due sentenze ormai inappellabili emesse dal Tar del Lazio, il Comune di Guidonia Montecelio (a trazione Pd e M5S) ha così deciso di acquisire al patrimonio pubblico le Torri di edilizia popolare di via Rosata a Colle Fiorito. Che però sarebbero dell’Ater provincia di Roma, iscritte al patrimonio dell’azienda che nel territorio di competenza amministra circa 48.000 unità immobiliari. In subordine, ma neanche troppo, è come se avesse già consegnato la somma (anch’essa pretesa e con ogni probabilità dovuta all’ultimo centesimo) di circa 18 milioni di euro di ristoro (o indennizzo) alle eredi di Vincenzo Tedeschi, il latifondista proprietario delle aree originariamente oggetto dell’esproprio mai perfezionato (i fatti risalgono alla fine degli anni ’70 del secolo scorso).

Alla cifra monstre di 18 milioni si è arrivati attraverso una perizia sul valore degli immobili (aree e stabili si di esse costruiti) redatta da un commissario ad acta. Figura nominata dallo stesso tribunale che, nelle procedure amministrative,  si sostituisce alle funzioni della pubblica amministrazione inadempiente. Non risultano agli atti altre perizie. Ossia, il Comune di Guidonia Montecelio, prima di procedere all’acquisizione sanante – almeno questo è emerso nel corso della discussione in aula – non si sarebbe affidato ad un proprio professionista per una controstima dei beni acquisiti. In questa vicenda annosa sono però tante le negligenze registrate. Scritte nelle carte del processo amministrativo. Dove  il Comune, condannato e contumace, non si mai costituito né, incredibilmente, ha appellato le sentenze del giudice di primo grado al Consiglio di Stato. (NE ABBIAMO SCRITTO QUI: Torri di edilizia popolare a Colle Fiorito, i 5Stelle condannati «in contumacia» a pagare indennizzi per 18 milioni andiamo scritto qui. E ANCHE QUI:  Errori, negligenze e bugie: le Torri della paura pentademocratica

Solo 10 (+1) piccoli indiani hanno votato l’atto

Dieci consiglieri comunali di maggioranza (più il sindaco Michel Barbet) hanno votato favorevolmente la proposta di delibera di acquisizione sanante. Solo in 11 si sono assunti la responsabilità di far pagare ai cittadini un ristoro milionario. Per il Partito democratico, solo a difendere l’atto, è stato il capogruppo Mario Lomuscio, assenti gli altri consiglieri Dem Emanuele Di Silvio e Simone Guglielmo, quest’ultimo già firmatario di una interrogazione diventata un vero e proprio atto di accusa contro la sua stessa maggioranza sul modo in cui la vicenda è stata gestita fin dal processo amministrativo. Ma anche il gruppo del M5S registrava assenze strategiche: Alessandro Toro, Maurizio Celani, Alessandra Sabatini non erano in aula a rispondere alla chiama durante la seduta di consiglio, già slittata in seconda convocazione per mancanza del numero legale.

L’interrogazione di Guglielmo contro la «sua» maggioranza

S’interroga e interroga il consigliere Dem lo scorso 3 marzo. Scrive di avere appreso la vicenda da questo sito di informazione indipendente. Chiede al segretario generale Livia Lardo se tramite l’avvocatura, l’assessore di riferimento dell’Area Demanio e patrimonio (la 5Stelle Chiara Amati), si sia fatta luce sui motivi della fuga dell’Ente dai processi. Guglielmo vuole sapere, tra le altre cose, perché il Comune «non ha mai proposto opposizione alle cause in argomento, prestandosi in tal modo ad arrecare un grave danno all’Ente stesso, che risolta essere condannato al pagamento della considerevole somma di 18 milioni di euro»

«Non dobbiamo pagare niente»: le fake news elettorali di Michel Barbet 

Avevano fretta di portare l’atto di acquisizione sanante all’approvazione dell’aula, la campagna elettorale entra nel vivo e la comunicazione data ai cittadini sarà utile a recuperare qualche voto, «abbiamo tutelato le abitazioni dei cittadini di Colle Fiorito e le Finanze dell’Ente» ha scritto il sindaco su Facebook. In realtà, Le Torri di Colle Fiorito sono inserite nel patrimonio immobiliare dell’Ater Provincia di Roma. L’ Ente di gestione, per lo stabile al civico 18 di via Rosata, nel 2021 ha chiesto e ottenuto un finanziamento di 141mila euro nell’ambito del bando sull’efficientamento energetico e la qualità dell’abitare. Misteri di una vicenda sempre più controversa.

Le opposizioni ancora all’attacco

«Con la delibera di Consiglio del 6 aprile si conclude nel peggiore dei modi una vicenda costellata da sciatterie amministrative e incapacità politiche». Parlano con un’unica voce i consiglieri Arianna Cacioni (Forza Italia); Giovanna Ammaturo (Fratelli d’Italia); Paola De Dominicis, Alessandra FerriLuca Bufalieri e Tommaso Carnevali (Nuovo Polo civico). «La pretesa di 18 milioni di euro, avanzata dalla famiglia Tedeschi, quale corrispettivo di un esproprio vecchio di quaranta anni, sarà purtroppo e nostro malgrado, rafforzata dagli atti votati dalla maggioranza del Sindaco Barbet – dicono -. A pagarne le conseguenze sempre i cittadini e le casse di questo ormai martoriato comune. Nemmeno le assenze di numerosi Consiglieri di Pd e 5stelle hanno indotto il Sindaco a ritirare il provvedimento, rappresentando però in modo chiaro l’implosione del laboratorio politico cittadino alla vigilia delle elezioni. Sulle responsabilità di questa vicenda faremo luce, così come chiariremo quale validità abbia questo atto, posto che solo ieri abbiamo scoperto che il dirigente dell’urbanistica, su mandato fiduciario del sindaco ha svolto l’incarico per 8 mesi senza contratto e con potenziale nullità di tutti gli atti prodotti».

AUTORE: Elisabetta Aniballi

Blogger e Giornalista professionista. Nella sua trentennale carriera ha maturato esperienze prevalentemente nella carta stampata senza mai nascondere l'amore per la radio, si occupa inoltre di comunicazione politica e istituzionale.

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