Rifiuti, un grosso «Tmb dell’umido» sulla Tiburtina, la giunta grillina approva: l’impatto su 100mila persone
AL MOMENTO non si conoscono i particolari di questa futura attività industriale, né quanto potrà impattare sulla qualità della vita. Si sa però che sarà costruito un grosso impianto per il trattamento aerobico della frazione organica dei rifiuti, la sola inquinante proveniente dagli Rsu e con effetti sgraditi come le emissioni odorifere.
Troverà forma e funzione al Pip Tavernelle, sul territorio del Comune di Guidonia Montecelio (comparto D della plamimetria pubblicata qui a fianco, ritaglio arancione) nel cuore di una zona fortemente urbanizzata, in prossimità degli insediamenti abitativi di Albuccione, Setteville, Setteville Nord, Bivio di Guidonia,Villalba e «la bassa» di Tivoli, a pochi metri in linea d’area dal futuribile ospedale tiburtino (se e quando si farà) e dai resti archeologici della basilica paleocristiana di Santa Sinforosa. Una ubicazione già inseguita dal Partito democratico di Guidonia Montecelio (e non solo) una decina d’anni fa: «Vogliamo l’impianto a Tavernelle» usavano urlare in consiglio comunale. Un impianto industriale che è stato previsto nell’ambito in un progetto nel suo complesso teso a sviluppare, sotto il profilo urbanistico e con il raddoppio del Car (Centro agroalimentare), un’area vasta di proprietà della Regione Lazio e di privati chiusa tra la ex Statale Tiburtina, la strada perennemente al centro di interventi di raddoppio mai ultimati, e le uscite della A24 nel tratti urbani di Tivoli e Setteville, con interessamento delle complanari.
Un modello di sviluppo non nuovo ma già previsto nel Prusst (Programma di Recupero Urbano e Sviluppo Sostenibile del Territorio), strumento di programmazione territoriale in voga nei primi anni ’90 del secolo scorso, che adesso ha ripreso forma nei riadattamenti dei Ptrg e Ptpr (Piani territoriali generali della ex Provincia di Roma e della Regione Lazio) con la complicità dei 5Stelle al governo della terza città del Lazio. Il sindaco di Guidonia Montecelio, il grillino Michel Barbet, l’assessore all’Urbanistica Chiara Amati, stessa appartenenza, l’hanno infatti assecondato senza battere ciglio. Senza la necessità, è scritto nelle carte, di dover dare un contributo di idee in relazione allo sviluppo di una centralità territoriale del proprio comune. I pentastellati si sono semplicemente rimessi alle linee guida degli enti sovracomunali e così, alla chetichella, nei mesi scorsi, hanno sottoscritto uno schema di protocollo d’intesa (pubblicato pieno di omissis ECCOLO) con Regione e Città Metropolitana di Roma, poi mantenuto segreto nei cassetti di palazzo prima che chi scrive lo scovasse. Neanche una parola è arrivata ai cittadini, almeno fino all’altro giorno. Quando il mirabolante sindaco grillino, in consiglio comunale, ha parlato di un impianto dei rifiuti, alternativo al Tmb dell’Inviolata, già deciso dalla sua amministrazione attraverso l’adozione di una delibera di giunta. Un atto non propriamente recente. Approvato dall’esecutivo, su proposta della Amati, il 21 aprile del 2021. L’oggetto è anch’esso mirabolante: Atto di indirizzo per la valorizzazione di un ambito strategico produttivo in località Tavernelle (l’area industriale di Guidonia Montecelio): ECCOLO.
Dal corpo del testo emergono i particolari che vanno a comporre il quadro di ciò che si intende realizzare: «Il parco intercomunale Roma/Guidonia di funzioni strategiche metropolitane (direttrice tiburtina)» con il rappoddio del Car, attraverso «l’ampliamento di funzioni direzionali, attività e servizi coerenti o compatibili con la filiera agroalimentare» e interventi si sviluppo del Tecnopolo Tiburtino. Una programmazione del territorio fatta da Regione e Città Metropolitana di Roma, segnata dagli accordi di governo M5S/Pd dalla quale, scrivono i grillini locali nella delibera (la 42 del 21 aprile 2021) «non si ritiene opportuno doversi discostare, ma bensì avallare, e promuovere e salvaguardare per mezzo di una progettualità di insieme capace di tener conto delle disposizioni ed indicazioni prestazionali impartite dai piani sovraordinati».
Proprio al punto 2 del paragrafo «Servizi alla Collettività» della delibera, votata con le sole assenze degli assessori Elisa Strani e Nicola Sciarra, rispettivamente delegati alla Pubblica istruzione e Cultura e alle Finanze, si parla dell’impianto alternativo al Tmb dell’Inviolata che si intende costruire su di un’area del comparto industriale di Tavernelle. «Un Tmb dell’umido» l’ha definito su Il Messaggero il consigliere comunale del Pd (in corsa per fare il candidato sindaco del centrosinistra Giallo Rosso) Mario Lomuscio. Al momento le certezze sono queste: l’impianto sarà a disposizione di tanti comuni: quindi di Tivoli, dei piccoli centri della Valle dell’Aniene, dei municipi di Roma Capitale; delle amministrazioni che faticano a trovare nel Lazio, e nell’intero centro Italia, siti di smaltimento della frazione organica del rifiuto domestico: solo Guidonia Montecelio ne produce 10mila tonnellate l’anno e attualmente le porta in Abruzzo e a Viterbo. Sarà un impianto intercomunale, la cui gestione è da valutare nell’ambito (magari) di una partnership pubblico privata. Anche, perché no, rispolverando antiche volontà di partecipazione del Comune di Guidonia Montecelio alla municipalizzata di Tivoli (Asa). Barbet lo ha lasciato intendere, sotto la supervisione del Pd di Tivoli e assimilati sarebbe quella la strada: «Ho parlato con altri colleghi sindaci del problema dei rifiuti», ha detto di recente il sindaco.
Anche la direttrice sulla quale viaggeranno i camion è presto individuabile: la Tiburtina e la Maremmana nel tratto di Ponte Lucano in transito da e per i caselli autostradali della A24. Nota a margine (e dolente): non risulta al momento che Barbet e la sua maggioranza abbiano interpellato i cittadini sulle ripercussioni che la scelta di un impianto di quelle dimensioni finirà per avere sulla qualità della vita di un bacino residenziale di almeno 100mila persone. A riprova che la trasparenza resta il cavallo di battaglia dei grillini: si tratta ovviamente di un paradosso.