Ferrovia, «l’interesse pubblico» della Regione non risolve, il raddoppio interferisce col «crostone travertinoso»

Infatti, nella delibera della giunta che avrebbe già risolto la situazione, è scritto chiaramente: la deroga alle misure di conservazione è subordinata al positivo esito della procedura di valutazione di incidenza. Ovvero, quell’esame delle interferenze di piani e progetti, non direttamente connessi alla conservazione degli habitat e delle specie per cui essi sono stati individuati, ma in grado di condizionarne l’equilibrio ambientale.
Già una volta Rfi aveva presentato istanza di valutazione di incidenza sulle modifiche apportate al «Raddoppio ferroviario Lunghezza-Guidonia, opera sostitutiva del passaggio a livello di Via Cesurni al km 17+800». Sul progetto era stato però emanato parere negativo di valutazione di incidenza (con protocollo regionale 133444 del 9 marzo 2018) in quanto, tra le misure di conservazione a tutela degli habitat, «vi è divieto di svolgere attività che possano danneggiare il crostone travertinoso e realizzare interventi o attività che provochino eliminazione, degrado, frammentazione del cotico erboso». Il parere negativo si è basato quindi su un aspetto formale, in contrasto con le misure di conservazione della Zsc, e sarà difficilmente modificabile anche in nome dell’opera di interesse pubblico, che tra l’altro la Regione Lazio colloca non nel raddoppio della ferrovia e opere complimentanti, ma nella necessità di favorire la fruizione nell’area del futuro e futuribile ospedale che la infrastruttura dovrebbe servire.
Se l’incidenza è negativa sui motivi di interesse pubblico a un piano o un progetto si deve procedere a valutare le possibili alternative. Lo stabilisce la legge indicando altre procedure e lungaggini burocratiche. Come l’adozione di opportune misure compensative «dandone comunicazione al ministero dell’Ambiente e della Tutela del territorio». Fermo restando che se nel sito interessato ricadono habitat naturali e specie prioritari, l’intervento può essere realizzato solo per esigenze connesse alla salute dell’uomo e alla sicurezza pubblica (ecco l’idea dell’ospedale al momento solo una idea) o per esigenze di primaria importanza per l’ambiente, oppure previo parere della Commissione europea (lungaggini infinite). In tutti gli altri casi (motivi interesse privato o pubblico non rilevante), si esclude l’approvazione. Infine c’è una recente e rilevante pronuncia del Consiglio di Stato, in materia di ambito di applicazione della procedura di valutazione di incidenza ambientale, che potrebbe ulteriormente complicare: deve essere applicato per tutti i piani o progetti che ricadano all’interno delle aree naturali protette il principio di precauzione. Insomma, a ben capire la complessità della questione il rischio di arrivare al 2125 per vedere la metropolitana di sperficie viaggiare da nel tratto Guidonia-Roma è più che concreto.