Tra i “furbetti del bonifico” anche il catanese Mario Giarrusso, l’ispiratore dell’antimafia guidoniana targata 5Stelle
Due settimane fa il senatore era sbarcato al bar Lanciani per presentare il suo libro sul voto di scambio aprendo la passerella al candidato alla Camera dei deputati Sebastiano Cubeddu
MARIO MICHELE Giarrusso se la prende con l’impiegato della banca del Senato della Repubblica, l’errore è di quello scellerato, “che avrà fatto bisboccia la sera prima, sul timbro ha modificato giorno e mese, ma non l’anno. Ho già contattato il direttore per dirgli che lo ritengo responsabile dei danni procurati, mi ha assicurato che domani mi invierà la certificazione”. La “Rimborsopoli” grillina arriva ai big dei 5Stelle tra i quali il parlamentare ispiratore della via dell’antimafia, apertasi come una breccia a Guidonia proprio grazie alla forte componente dell’attivismo locale a lui vicina. Lo scandalo dei bonifici fasulli, disposti e revocati nelle 24 ore successive per fa sì che solo formalmente i soldi risultassero versati sul fondo per il microcredito, coinvolge Giarrusso, catanese, a capo della potente corrente interna i cui rivoli si sono dipanati fino alla terza città del Lazio. E non solo perché il vicesindaco Davide Russo, anch’egli siciliano di Bronte, prima di approdare al governo guidoniano era il portaborse dell’onorevole. Giusto un paio di settimane fa, il parlamentare era sbarcato al Bar Lanciani per parlare del suo ultimo libro sullo scambio politico mafioso, aprendo la passerella al candidato locale alla Camera nel collegio uninominale Sebastiano Cubeddu. Una occasione nella quale il sindaco Michel Barbet aveva continuato ad associare la Mafia e il voto di scambio politico mafioso alla città; un fenomeno presente, aveva detto, a dimostrarlo ci sono gli arresti.
Il filone dell’antimafia promanato da Giarrusso è in generale tra i più rappresentativi dell’azione del governo cittadino. Gli attivisti hanno ottenuto la intitolazione dell’aula consiliare a Peppino Impastato e alle vittime della mafia, organizzato convegni e invitato ospiti illustri. Proprio Guidonia fu l’ultima tappa di Ferdinando Imposimato, giudice a latere nel processo a Cosa Nostra istruito da Falcone, magistrato e giudice istruttore che della lotta alle cosche aveva fatto una ragione di vita, oltre il lavoro. Ma anche Paolo Borsellino era arrivato in città nell’ambito di un incontro organizzato al liceo Majorana. Proprio in questi giorni Guidonia diventa osservatorio privilegiato, insieme a Ostia, nella lotta alle infiltrazioni mafiose in un progetto dedicato. La comunanza sembrerebbe dettata dai fatti di cronaca recenti. Il caso Spada sul litorale, la inchiesta sulla Mafia Bianca in queste latitudini.
In una intervista rilasciata a Il Giornale di Sicilia Giarrusso ha detto di essere certo di poter provare l’errore e la sua più totale buonafede. Sono quattro i bonifici contestati che lo riguardano, per i mesi da aprile a luglio del 2015, tutti con la stessa cifra. Per i maggiori quotidiani che ne danno conto, l’ammanco nei conti del microcredito ammonterebbe complessivamente a un milione e mezzo di euro. Soldi mai confluiti nel fondo, rimasti nelle tasche dei parlamentari.