Guidonia, Emanuele Di Silvio sindaco «predestinato» è a un passo dalla giunta, il Pd commissaria Barbet
GUIDONIA – L’alleanza col Pd necessaria alla sopravvivenza dell’amministrazione 5Stelle è materia di incontri che sono a uno stadio avanzato. Le indiscrezioni, confermate da più parti, danno il dem Emanuele Di Silvio a un passo dalle dimissioni da consigliere comunale per entrare nella nuova giunta giallorossa. Dove siederebbe alla destra di Michel Barbet nel ruolo di vicesindaco con pieni poteri. Le deleghe che piacciono al Partito democratico sarebbero inoltre i Servizi sociali, il Personale da cui dipendono le nuove assunzioni, i Lavori pubblici dove «transiteranno» le opere legate alla Ryder Cup d’interesse per l’altro dem Simone Guglielmo, nella doppia veste di consigliere comunale e capo della segreteria dell’assessore regionale ai trasporti Mauro Alessandri. Ma anche l’Ambiente potrebbe finire nel mirino del «soccorso rosso». Settore dove sono in via di rinnovo i contratti per la gestione del ciclo dei rifiuti. Tanta carne al fuoco sul tavolo delle alleanze, dove si tratta (anche) per portare Mario Lomuscio alla presidenza del consiglio comunale. La condizione di ripartenza posta dal Pd è però l’azzeramento della giunta 5Stelle. Del resto – sostengono i democrat – la fase obbliga la nascita di un nuovo governo che sia di discontinuità con il passato. Guidonia Montecelio è la prima città italiana dove il Pd entra in corsa in un’amministrazione grillina, di fatto un «commissariamento» della ex maggioranza e del sindaco da parte del partito sconfitto nel turno di ballottaggio alle elezioni del 2017. Un ribaltone che potrebbe superare i confini della ratio della legge sulla elezione diretta dei sindaci e riportare il Comune ai tempi delle maggioranze consiliari variabili, quando il capo dell’amministrazione veniva indicato dalle nomenclature dei partiti e rimosso quando la fiducia veniva meno. Certo, Barbet rimarrebbe al suo posto, la norma da questo punto di vista non può essere aggirata, ma condizionato su qualunque decisione, lasciato alla sola ludica attività dell’uso di paletta e secchiello, un sindaco è ancora legittimato nella funzione di capo dell’amministrazione?
La domanda ci sta e dovrebbe essere posta a Prefetto con un quesito così formulato: un sindaco (Michel Barbet) non più autonomo perché privato di una maggioranza consiliare che la legge gli attribuisce attraverso il cosiddetto «premio di maggioranza» al momento della elezione è ancora pienamente legittimato nella sua funzione? O, di fatto, le veci possono essere svolte dal suo sfidante sconfitto e nominato dai partiti? È quanto succede a Guidonia Montecelio.
L’evoluzione della trattativa negli ultimi giorni
Gli incontri vanno avanti ancora oggi e la sintesi politica è a buon punto. A trattare per la parte grillina ci pensa Valerio Novelli. Il consigliere regionale di base a Fonte Nuova è riferimento locale anche per la vicina città dell’aria e ce la sta mettendo tutta per sbrogliare la matassa: solo un accordo con i «rossi» del Pd può ormai garantire futuro a Michel Barbet, a due anni dalla scadenza vittima del fuoco amico. Tra dimissioni di massa dal consiglio e migrazioni in altri gruppi, la ex maggioranza è ormai minoranza. In aula le Stelle non hanno i voti necessari a votare nemmeno le surroghe agli ultimi dimissionari. Ha dovuto prenderne atto il sindaco che giovedì 2 luglio ha annunciato il traguardo del segno meno. Unica salvezza, aprire al buon tornaconto delle opposizioni. Dove però gli appelli di Barbet hanno trovato un muro. Dal Polo civico, alla Lega a Fratelli d’Italia la risposta è stata «no grazie». Il silenzio del Pd che in aula conta 4 consiglieri è stata invece la novità delle ultime giornate. I localdem hanno smesso d’improvviso di dare segni di vita. Fermi i profili social e le mail, non una parola o un gesto sulla crisi politico ammistrativa in corso nella terza città del Lazio. Meglio tacere in attesa di buone nuove. Che dovrebbero uscire dalla trattative romane. Dove la vicenda è nelle mani dei segretari regionale e nazionale rispettivamente Bruno Astorre e Nicola Zingaretti e dell’ex deputato Andrea Ferro. Insieme alla controparte rappresentata da Novelli e Roberta Lombardi, si lavora al «Laboratorio Guidonia». Un mix giallorosso che ai nastri di partenza doveva somigliare al patto d’aula sperimentato alla Pisana. La trattativa però sta portando i dem direttamente nelle stanze di comando, e la leva principale nelle mani del sindaco ombra Emanuele Di Silvio, sfidante sconfitto da Barbet nelle elezioni del 2017. Un paradosso?
Comunque, nella composizione dell’accordo già almeno un pezzo è andato a posto e riguarda Novelli che nella trattativa Guidonia ha infilato anche la sua Fonte Nuova. Dove, dopo varie sedute di stallo, il Pd dall’opposizione ha votato il nuovo vicepresidente del consiglio comunale Alessandro Buffa del 5Stelle, d’accordo con la maggioranza civica che amministra il comune. Valerio Novelli è contento. Questioni di equilibri tra le correnti regionali grilline alle quali le sorti di Guidonia restano appese. Ora, l’attesa a palazzo Guidoni è per la convocazione del consiglio comunale entro 10 giorni dalle dimissioni, le ultime in ordine di tempo, di Angelo Mortellaro e Laura Santoni acquisite al protocollo dell’Ente il 1 luglio. Il countdown è già scattato e per la prossima settimana l’accordo Pd e 5Stelle dovrà avere preso forma.
Rinaldi Pietro
Il PD in un vicolo cieco, Proviamo falliti i possibili accordi con le molte sinistre personali, le civiche, gli abbandoni di chi ci ha creduto, prima della estinzione “Proviamo con i 5*. Ad un anno dalle prossime elezioni ,vediamo di non diluire il grande patrimonio elettorale dei bei tempi. Le prove con errori non premiano Mai. Saluti