Guidonia – Troppi conflitti d’interesse, l’ultimo nel «cuore» dell’anticorruzione: Cgil e Uil all’attacco

GUIDONIA – Non c’è solo il «caso» Cristina Zizzari ad agitare le acque di Palazzo Guidoni. Il dirigente dell’Area IV-Urbanistica è finito nell’orbita delle polemiche politiche e all’attenzione del sindacato interno per i conflitti d’interesse, ma ora la Cigl e la Uil territorialmente investite del problema, sollevano un altro eclatante caso di incompatibilità all’interno dell’ufficio del segretario generale del Comune di Guidonia Montecelio che incardina, tra le altre, le funzioni dell’anticorruzione comunale (Rac). Enzo Magnarella, avvocato e dipendente di categoria «D», grazie ai rimescolamenti decisi dalla giunta civica (su indicazione del segretario generale Gloria Di Rini) è finito, di fatto, a «governare» in solitaria una struttura (cosi come riorganizzata nella nuova Macrostruttura dell’Ente licenziata dalla giunta a marzo 2023), la quale decide vita, morte e miracoli di ogni singolo dipendente. L’avvocato, su delega di Di Rini, partecipa perfino alle riunioni della commissione trattante di parte pubblica, pur essendo, ancora e da anni, un sindacalista attivo all’interno della sigla confederale Cisl. Un doppio ruolo che lo colloca automaticamente in una condizione di «incompatibilità» secondo quel fine ultimo, affidato dalla Costituzione alla pubblica amministrazione, di perseguire un’azione imparziale e scevra da condizionamenti.
Oltre 12mila euro per 40 giorni di lavoro
Ma nel mirino della Cgil funzione pubblica ci sarebbero da giorni anche i conflitti di Cristina Zizzari. Il dirigente, come è noto, si è auto-liquidata oltre 12mila euro di «incentivi tecnici» (NE ABBIAMO SCRITTO QUI: PNRR, in barba a leggi e Regolamento si auto-attribuisce incentivi tecnici (non dovuti) per oltre 34mila euro). Da quanto si è potuto capire di una vicenda tutt’altro che trasparente, Zizzari ha deciso e disposto di pagare a se stessa la «ideazione/programmazione» di due progetti solo successivamente finanziati con i fondi del Pnrr. Un lavoro durato 50 giorni, svolto da Zizzari in qualità di Rup (Responsabile unico del procedimento) tra il 4 giugno e il 20 luglio 2021, quando non era ancora stata nominata dirigente dall’ex sindaco grillino Michel Barbet e come semplice funzionario avrebbe avuto diritto al corrispettivo. Singolare è, tuttavia, il fatto che le progettazioni di una pista ciclabile e di una struttura sanitaria in località La Botte, oggetto dei finanziamenti del PNRR, siano successive al 2021, e gli stessi interventi progettuali e di programmazione economica, inseriti nel Piano triennale delle opere pubbliche solo il 1 giugno del 2022 (delibera di consiglio comunale numero 51), quando Cristina Zizzari era dirigente e nel sub ruolo tecnico di Rup avrebbe dovuto esercitare gratuitamente.
Ma la famigerata determina (la n.4 del 4 aprile 2023 ECCOLA CLICCA E LEGGI) di auto-liquidazione delle somme – con la quale il dirigente ha provato, tra l’altro, ad auto-impegnare a vantaggio di se stessa ulteriori 20mila e rotti euro – conclama il conflitto d’interesse in violazione delle norme sull’anticorruzione. Quando, nel doppio ruolo di controllore e controllato, il dirigente Zizzari (soggetto che sottoscrive l’atto), dichiara sotto la propria responsabilità che «non sussistono condizioni dì incompatibilità o conflitto dì interesse nei confronti del soggetto destinatario dell’atto», il quale è sempre la Zizzari ma nella veste di Rup. Per poi aggiungere, con una formula ancor più esplicita, che «non si rilevano conflitti d’interesse nei confronti dei sottoscrittori del presente atto, e non sussistono situazioni, anche potenziali, di conflitto di interesse»: praticamente una autocertificazione di Zizzari che, così facendo, si auto-assolve per l’incompatibilità. Cose che sembrano appartenere a mondi paralleli, secondo una prassi consolidata ai vertici amministrativi dell’Urbanistica, la quale annovera precedenti illustri. Come quando, davanti al marito che lavorava con il Comune, Zizzari disse no problem, auto-risolvendosi il conflitto d’interessi semplicemente scaricando, con propria circolare interna, l’onore degli atti altrimenti viziati da implicazioni familiari sul collega dirigente dei Lavori pubblici. Disposizione che, per quanto è dato sapere, dovrebbe essere ancora valida.
Le mancate funzioni del Rac
Mettere ordine nella selva di queste anomalie dovrebbe essere compito del Responsabile dell’anticorruzione comunale (Rac), le cui funzioni sono affidate alla figura apicale del segretario generale, da qualche mese Gloria Di Rini chiamata dal sindaco civico Mauro Lombardo a prendere il posto di Livia Lardo, «regnante» con l’amministrazione Pd-M5S. Un forte richiamo al rispetto delle norme sull’anticorruzione è arrivato (inoltre) durante l’ultimo consiglio comunale (il 13 aprile scorso) dal consigliere di maggioranza Arianna Cacioni (lista Città Nuova) che, tra le righe del suo intervento, ha invitato proprio Di Rini «all’applicazione della normativa anticorruzione e alla verifica puntuale delle dichiarazioni rese dal Personale -. Spero si arrivi all’adozione della corretta procedura per quanto riguarda le dichiarazioni di insussistenza di cause di incompatibilità dei dipendenti dell’Ente. Una attività di controllo – ha aggiunto Cacioni – potrà arrivare dalla costituita commissione sulla Trasparenza rispetto agli adempimenti normativi. Una funzione importante che il consiglio svolge, in particolare rispetto alle vicissitudini del passato». Al momento, però, il Rac/segretario generale, sembra non occuparsi troppo della risoluzione dei conflitti esistenti, piuttosto impegnata a generarne di nuovi. Almeno secondo le denunce che arrivano dalla Cgil e dalla Uil.
L’affaire Magnarella, «capo» del Personale e sindacalista
Il sindacato è dunque sul piede di guerra per l’affaire Magnarella, il sindacalista delegato di Di Rini alla gestione del Personale, di fatto, con funzioni dirigenziali. Con una missiva dalle argomentazioni inoppugnabili («incompatibilità Posizione Organizzativa U.O. Segretario Generale»), il 12 aprile scorso la Cgil Rieti Roma Est Valle dell’Aniene e la Uil Roma e Lazio, si sono rivolte a Mauro Lombardo, Gloria Di Rini, all’assessore e al dirigente al Personale, rispettivamente Stefano Salomone e Fabio Lauro, chiedendo il rispetto dell’articolo 52 del decreto legislativo 150 del 2009 (e i chiarimenti contenuti nella circolare numero 11 del 2010) sulla ottimizzazione della produttività del lavoro pubblico e l’efficienza e trasparenza delle pubbliche amministrazioni. Le due sigle sindacali ritengono lo stato dell’attuale funzionario, e posizione organizzativa a capo dell’ufficio del segretario generale, «incompatibile, perché ricopre anche l’incarico di rappresentante di sigla sindacale confederale e di delegato territoriale aggiunto nelle commissioni trattanti»; nonché, per le stesse sigle, «candidato nelle ultime elezioni Rsu e prestatore di servizio di redazione di dichiarazione dei redditi». La legge parla chiaro, dicono in sostanza la Cgil e la Uil. E dovrebbe essere uguale per tutti. Forse, però, a qualcuno alcune clausole e circolari sfuggono. È quello che succede al Comune di Guidonia Montecelio. Recita infatti il primo comma bis dell’articolo indicato: «Non possono essere conferiti incarichi di direzione di strutture deputate alla gestione del personale a soggetti che rivestano o abbiano rivestito negli ultimi due anni cariche in partiti politici o in organizzazioni sindacali o che abbiano avuto negli ultimi due anni rapporti continuativi di collaborazione o di consulenza con le predette organizzazioni»: è quanto accade con Magnarella (NE ABBIAMO SCRITTO QUI: Pizzette e incompatibilità, così i veleni si addensano sulla nomina del «capo staff» del segretario generale).