GUIDONIA – Il carteggio è «bollente». Fitto, come forse mai era accaduto. Un plico considerevole di missive – chi scrive ne ha recuperate 13 – da una parte e dall’altra che solleva il coperchio sulla gestione dei servizi di igiene urbana nel Comune di Guidonia Montecelio e mette sotto la lente presunte omissioni, errate comunicazioni, rendicontazioni approssimative e incomplete. Perfino le distorsioni degli obblighi contrattuali e, a tratti, una certa faciloneria d’azione dei pubblici ufficiali preposti al controllo del corretto funzionamento di ogni singolo servizio di igiene urbana: fatti che sarebbero accaduti sistematicamente negli ultimi 22 mesi. Le lettere firmate dal Dec (Direttore dell’esecuzione del contratto) ingegnere Michele Di Pasquale metterebbero a nudo un modus operandi ormai consolidato dell’azienda che si occupa di raccolta, trasporto e smaltimento dei rifiuti, pulizia dei cigli stradali, e, per quote, della manutenzione del verde urbano (quello dei cigli stradali), oltre ad una serie di micro servizi dettagliatamente previsti nel contratto, come, ad esempio, «il lavaggio, la disinfezione, sanificazione e deodorazione dei contenitori dei rifiuti organici e indifferenziati». Si sarebbero, inoltre, verificati episodi gravi sotto il profilo non solo contabile, come la liquidazione di fatture per servizi mai resi o resi solo parzialmente. 

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I toni usati nelle missive sono gravissimi. Come lo sono le contestazioni formulate per tabulas, che, relativamente al mese di aprile 2023, hanno comportato una decurtazione del corrispettivo spettante a Tekneko Fr.lli Morgante, il raggruppamento temporaneo d’impresa che, dal 2015 e senza soluzione di continuità avendo rivinto l’appalto nel 2021, gestisce l’igiene urbana (CLICCA E LEGGI  detrazioni Tekneko aprile 2023) nella terza città del Lazio. D’altro canto, l’azienda, rispedisce al mittente le copiose «accuse» formulate dal Dec e scende in campo con gli avvocati. Ma è lo stesso patron Umberto Di Carlo a prendere carta e penna e a controbattere punto su punto. Informando, in aggiunta, di essersi rivolto alla Corte dei Conti, all’autorità giudiziaria e via discorrendo. Un carteggio esplosivo, appunto. Di cui la politica civica che governa il Comune è stata informata «per conoscenza», rimanendo spettatrice apparente di una «guerra» consumata a colpi di parole che feriscono più della spada. Una «guerra» combattuta da mesi e senza esclusione di colpi.

La prima missiva in possesso di chi scrive è del primo maggio, l’ultima del 15 giugno 2023. Prima di addentrarsi nei contenuti tecnici, che spiegherebbero i motivi di una città sempre più sporca e abbandonata al degrado, con una raccolta dei rifiuti che funziona a singhiozzo e i cumuli dei rifiuti presenti ovunque nei quartieri, la giungla urbana del verde pubblico, c’è un aspetto squisitamente politico da mettere nella giusta rilevanza e che riguarda il futuro dell’appalto. Rispetto al quale, la troppo variegata maggioranza rosso-civica, sembra non avere univocità di intenti. Un pezzo del partito democratico, con il consigliere comunale Mario Lomuscio, è fermo alla prospettiva della gestione in house del ciclo dei rifiuti messa in campo dagli ex 5Stelle un anno fa con un atto d’aula mai revocato e ancora vigente. Altri, come i civici di «Città Nuova», potrebbero optare per una nuova gara alla prima scadenza triennale dell’appalto prevista nel 2024. Altri ancora sarebbero favorevoli all’esercizio della opzione di rinnovo per ulteriori due anni: fino al 2026 (NE ABBIAMO SCRITTO QUI: opzione di rinnovo che vale più di 22milioni: intorno all’appalto manovre (politiche) e un giallo).

I limiti di una maggioranza tanto composita, dove a prevalere parrebbe essere l’adagio popolare «troppi galli a cantare non si fa mai giorno», hanno poi portato alla schizofrenica organizzazione a cui si assiste da un anno. Con l’assessore all’Ambiente Paola De Dominicis privata delle deleghe a rifiuti e servizi di igiene urbana rimaste in capo al sindaco civico Mauro Lombardo. Certo, l’attacco per tabulas sferrato dal Dec potrebbe trovare ragione nella volontà dell’indirizzo politico di risolvere il contratto anzitempo per inadempimento, senza nemmeno arrivare a prendere in considerazione la eventualità del rinnovo biennale. È una delle ipotesi in campo, ma vista l’importanza dell’appalto, il più rilevante per l’Ente con una spesa prevista nel quinquennio di quasi 60 milioni di euro, tutto dovrebbe essere gestito con cura e trasparenza a garanzia del diritto dei cittadini ad essere informati.

Il servizio fa acqua da tutte le parti: gli affondi del Dec

Già con la prima missiva del primo maggio 2023, l’ingegner Di Pasquale affonda la penna nelle tante anomalie, a suo dire, riscontrate nell’esecuzione del contratto. Scrive, il Dec, in relazione alla diffida formalizzata da Tekneko con la quale la società si «riserva di assumere ogni iniziativa, compreso il ricorso all’autorità giudiziaria» pur di farsi pagare la tariffa piena nei mesi febbraio e marzo 2023: «Per spregiudicatezza e ricostruzione – sottolinea Di Pasquale – per lo meno lacunosa dei fatti, ricalca le (due) precedenti richieste di novembre dello scorso anno, indirizzate anche al signor sindaco, al fine di ottenere pagamenti non dovuti». «Tralasciando – aggiunge l’ingegnere – quella (la diffida ndg) per il pagamento delle detrazioni contabili per servizi non resi, pari ad euro 693.491,96 oltre Iva, poiché afferente il precedente appalto»: quello scaduto nel 2020. Per il Dec, la Tekneko «non esegue un numero rilevantissimo di servizi in contratto, raccolta, trasporto e smaltimento dei rifiuti stradali (spazzamento) per una incidenza variabile tra -29% (gennaio 2023) e -59% (settembre 2022) salvo miglior verifica».

Inoltre, Tekneko, sempre secondo il Dec, non avrebbe «eseguito svariati servizi nelle modalità prescritte dal contratto (dotazione uomini e mezzi, frequenze – parametri essenziali che compongono il corrispettivo dell’appalto riconosciuto all’Impresa nel canone mensile)»; avrebbe, inoltre, «disatteso per 22 (ventidue!) mesi in parte o totalmente molteplici forniture, pur fatturandole e chiedendone il pagamento “pieno” ossia addebitandone nel canone mensile il 100% della prestazione»; per Di Pasquale, l’appaltatore, avrebbe anche «attuato a carico della stazione appaltante una artata duplicazione dei costi di taluni servizi, accorpandone (arbitrariamente e sottacendolo) personale e mezzi, arrivando finanche a distogliere risorse da impiegare in taluni servizi, pertanto già remunerate nel canone, per farne svolgere altri. Il possibile danno erariale emergente – scrive ancora Di Pasquale – per il pagamento di servizi non resi o forniture non erogate o prestazioni non erogate in aderenza al contratto, è stimabile, in prima approssimazione, in centinaia di migliaia di euro».

C’è di più in materia di disservizi a danno della cittadinanza. Lo sottolinea sempre Di Pasquale, stavolta nella nota del 19 maggio scritta in risposta agli avvocati di Tekneko, dove si concentra sul numero elevato e in costante crescita di chiamate e segnalazioni da parte dell’utenza. «Il contenuto delle chiamate e delle segnalazioni degli utenti pervenute all’ecosportello […] oggetto delle segnalazioni: numero mancati ritiri, numero e tipologia richieste e data di risoluzione, numero delle sostituzioni delle forniture e date di consegna, per un totale aggiuntivo, per il solo mese di marzo, di ben 421 segnalazioni». 

Chiamate e segnalazioni degli utenti sarebbero, per il Dec, la prova tangibile delle anomalie se rapportate alle rendicontazioni sui servizi resi. Annota il 22 maggio: «Oggetto delle segnalazioni, numero mancati ritiri, numero e tipologia richieste e data di risoluzione, numero delle sostituzioni delle forniture e date di consegna, per un totale aggiuntivo per il solo mese di marzo di ben 421segnalazioni e di 301 ad aprile, per un totale mensile medio di 1.300-1.400».

Tekneko rispedisce le «accuse» al mittente e contrattacca 

«La Tekneko, mio tramite, ribadisce la bontà del proprio operato, rivendica la propria correttezza nell’esecuzione dei servizi appaltati, contesta le detrazioni applicate, denuncia la evidente grave inimicizia che traspare dagli atti compiuti dal Dec e in particolare dalle note che riscontro contenenti accuse gratuite, formulate in modo generico e non motivato, evidentemente finalizzate solo a nuocere all’impresa appaltatrice». Così, il legale dell’impresa, nella nota del 4 maggio, contesta le «accuse» definendole «livorose» e soprattutto le decurtazioni mensili disposte dal Comune sul milione di euro circa spettante all’azienda per i servizi contrattualmente previsti.

Dello stesso tenore l’altra nota degli avvocati datata 19 maggio, ma anche Umberto Di Carlo, in qualità di legale rappresentante dell’impresa, non le manda a dire. Con tre distinte lettere dell’8, 13 e 15 giugno ribatte punto su punto alle contestazioni, difendendo l’operato dell’azienda. Mette in indirizzo il sindaco, l’assessore, il dirigente all’Ambiente Annalisa Tassone, il responsabile dell’anticorruzione comunale Gloria Di Rini, il Responsabile del procedimento (Rup) e funzionario che dispone le liquidazioni Alberto Latini e lo stesso Dec, Di Carlo. Ricordando a tutti le sventure giudiziarie della causa persa nei due gradi di giudizio che hanno condannato l’Ente a spese per oltre 165mila euro (NE ABBIAMO SCRITTO QUI: Lite con Tekneko sull’appalto dei rifiuti, il Comune ancora soccombente: altra stangata per i contribuenti) esponendo il Comune ad un danno erariale di pari importo. I cui responsabili sono da ricercare proprio tra le persone in indirizzo. Per Di Carlo, ormai, al Comune, si agisce con «rancore e una avversione ingiustificata verso la nostra Rti, metodicamente siamo aggrediti (non risparmiandosi di fare i nomi ndg) con detrazioni su presunti servizi non svolti, cercando ad ogni costo lo sconto. Quindi, il patron, invita la stazione appaltante a ricercare i motivi di una «mal celata inimicizia unita ad atteggiamenti scomposti e rancorosi. Non per ultimo, alimenta il legittimo dubbio che vi siano altri interessi o finalità ben diversi dall’interesse pubblico». Con ogni probabilità, quello si profila all’orizzonte, è l’ennesimo contenzioso epocale sui rifiuti. (to be continued) 

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AUTORE: Elisabetta Aniballi

Blogger e Giornalista professionista. Nella sua trentennale carriera ha maturato esperienze prevalentemente nella carta stampata senza mai nascondere l'amore per la radio, si occupa inoltre di comunicazione politica e istituzionale.

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