GUIDONIA – Troppo pochi i soldi stanziati per mantenere i cani randagi, così il consiglio comunale sarà chiamato a votare una variazione al bilancio pluriennale 2019-2021. È solo una delle strabilianti notizie che si apprendono dalla lettura della determina 18 (a firma del dirigente Paola Piseddu) datata 6 settembre 2019, pubblicata solo ieri  (lunedì 5 novembre) sull’albo pretorio online del Comune di Guidonia Montecelio. La prima (strabiliante notizia) è che l’importo unitario per l’alloggiamento e il vitto dei randagi schizza subito da 3.40 centesimi al giorno (3.50 per quelli pericolosi) a 3.49 per la parte canile rifugio, addirittura a 5.59 per la parte canile sanitario: con un incremento annuo dei costi di circa 100mila euro. La seconda (stabiliate notizia) è la revoca in autotutela della intera procedura di gara bandita dall’Ente a novembre del 2018 per la individuazione di nuovi operatori. Il servizio è in proroga da anni, affidato agli stessi canili, Casa Luca e La Fattoria di Tobia.

La necessità di cancellare in autotutela la procedura d’appalto da lei stessa istruita (Piseddu si boccia), per il dirigente starebbe proprio nell’importo unitario a base d’asta ritenuto troppo basso, e dunque, da rivedere al rialzo. Ciò sarebbe emerso – scrive il dirigente a giustificazione della revoca – dai «colloqui preliminari con i tecnici della Stazione unica appaltante della Città metropolitana di Roma» che la gara avrebbero dovuto espletarla. La terza (strabiliante notizia) è che, in relazione al Comune di Guidonia Montecelio,  l’Anac dell’ex Raffaele Cantone avrebbe fornito un parere perfino su alcune «espressioni riguardo ai prezzi unitari per la gestione del randagismo».

Smentendo i suoi stessi atti, già a aprile 2019, in fase di approvazione del bilancio pluriennale, Piseddu era stata chiara: 454mila euro l’anno sono pochi per mantenere i cani sotto la tutela dell’Ente. Ne occorrono almeno 550 da impegnare nelle previsioni di spesa. Il collegio dei Revisori dei conti (leggi Bilancio, improprio il veto sulla stima del costo dei randagi, e per i Revisori Piseddu contraddice i suoi stessi atti), valutava però la «sparata» del dirigente contradditoria con le sue stesse previsioni sui costi del servizio. Fatte in due circostanze differenti. Una prima, nel 2018, in occasione dell’approvazione del Bilancio, con la spesa rimasta invariata; una seconda, quando Piseddu, a novembre, aveva appunto avviato la procedura di gara fissando la base d’asta a 454mila euro. Una somma divenuta inspiegabilmente insufficiente qualche mese dopo, con la richiesta di aumentarla fino 550mila. Il 26 agosto 2019, il colpo di teatro: con la determina numero 13 l’architetto cancellava in autotutela le sue stesse stime e la gara d’appalto. 

Ora, con la gara da rifare (ma solo dopo che il consiglio comunale avrà votato la variazione della spesa aumentandola di 100mila euro annui), Piseddu ha comunque aumentato il prezzo unitario da corrispondere alle strutture d’accoglienza. Con una procedura negoziata, improntata all’abbisogna e per i mesi che rimangono alla fine del 2019, ha assegnato in via d’urgenza il servizio di vitto e alloggio dei randagi a un’Ati (associazione temporanea d’impresa) formata da La Fattoria di Tobia (per il canile sanitario) e dal Centro Cinofilo Polivalente Fattoria di Tobia srl per il servizio di canile rifugio. Un provvedimento, si legge ancora in determina, adottato nelle more della realizzazione di un canile comunale. Sempre annunciato e  mai realizzato. Casa Luca invece è fuori dai giochi, dopo decenni di attività, e anni di proroghe, attualmente avrebbe problemi con la Asl Rm2. Di che gravità non è dato sapere.

AUTORE: Elisabetta Aniballi

Blogger e Giornalista professionista. Nella sua trentennale carriera ha maturato esperienze prevalentemente nella carta stampata senza mai nascondere l'amore per la radio, si occupa inoltre di comunicazione politica e istituzionale.

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