Sì dei grillini all’ennesimo Bilancio drogato, in alto mare la «trattativa privata» sulle dismissioni immobiliari
GUIDONIA – Al momento sono solo «proposte di acquisto» con niente di concreto e definito davanti al notaio. I privati interessati hanno inviato al Comune di Guidonia Montecelio, settore Urbanistica Demanio, la disponibilità a «partecipare alla trattativa per la compravendita del terreno» particella x e lotto y, facente parte dell’area compresa nel piano per insediamenti Pip 2, messi sul mercato dall’amministrazione 5Stelle per fare cassa. Le procedure di dismissione del patrimonio immobiliare non sono dunque al momento concluse, gli imprenditori stanno facendo il prezzo e l’Ente non ha ancora perfezionato l’iter di alienazione né percepito un euro. Nonostante le vendite siano state affidate alla formula della «trattativa privata» dopo che le gare a evidenza pubblica erano andate deserte. NE ABBIAMO SCRITTO QUI: Guidonia, area artigianale Pip 2, aste pubbliche deserte. Il Comune (s)vende i lotti a trattativa privata
La dimissione di questi beni è però strettamente correlata ai Bilanci di previsione. La programmazione triennale della spesa pubblica deve prevedere entrate certe (e definitive) a copertura delle uscite, ma anche quest’anno la giunta grillina è dovuta ricorrere a una furbizia per chiudere la partita contabile. E così, come negli anni precedenti, il Bilancio approvato l’altra notte (con mesi di ritardi e dopo più di un richiamo del prefetto) dall’esecutivo grillino, e in attesa del voto definitivo del consiglio, poggia sulla gamba incerta delle previsioni di vendita delle proprietà immobiliari, case e terreni comunali. Dalle dismissioni dipendono entrate per circa sette milioni nel biennio 2019 2021, da destinare in uscita alla copertura del disavanzo e di una parte della spesa corrente. Già nei due esercizi precedenti l’amministrazione ha dovuto correggere la programmazione a causa delle mancate entrate delle dismissioni, inficiando la validità delle stesse manovre di Bilancio.
Anche quest’anno «il cambio di rotta sul piano delle alienazioni dell’ente, con concrete e tangibili possibilità di arrivare a vendite importanti e vantaggiose» – sono parole del sindaco Michel Barbet – non c’è stato. Al momento non si è venduto un metro di terreno. Come vano è risultato «il faticoso lavoro di pubblicizzazione con aste andate purtroppo deserte a causa anche della contingenza economica che attraversa tutto il settore immobiliare, solo pochi beni sono stati venduti», a parlare così l’assessore all’Urbanistica Chiara Amati. Che in una nota stampa di qualche settimana fa aggiungeva: «Quest’anno, invece, si è riscontrato un interesse decisamente rilevante da parte degli operatori del settore. Non è certo un segreto che l’amministrazione in questi anni ha approvato anche delibere di consiglio proprio nell’ottica di valorizzare questi immobili. E questo ne è il risultato».
La Amati spingeva inoltre sulla tesi che «i prezzi di vendita rimangono tali e quali a quelli già stabiliti dalle precedenti aste». In realtà i prezzi di vendita nella «trattativa privata» sono diventati il nodo.
Gli imprenditori hanno ben specificato che «la richiesta di acquisizione del diritto di proprietà è subordinata alla valutazione del corrispettivo da voi determinato». Chiedono insomma di abbassare il prezzo per rendere l’affare vantaggioso e non certo per il Comune.