Guidonia – La Soprintendenza condanna via dell’Inviolata a rimanere un immondezzaio e Barbet è contento
GUIDONIA – Se la strada non si rifà il sindaco è contento. È la tarda serata di ieri, venerdì 12 marzo, quando Michel Barbet annuncia con soddisfazione che gli interventi su via dell’Inviolata sono osteggiati dalla Soprintendenza. Che i lavori di ampliamento, asfaltamento a seguito di accurata ripulitura dei quintali di rifiuti abbandonati non si faranno, perché – scrive il 5stelle – la strada decentemente strappata al degrado in cui da anni versa, agevolerebbe l’avvio del Tmb di prossima apertura. L’approccio di Barbet al problema è quindi capovolto: tendere a non fare ciò che dovrebbe fare per dovere istituzionale. Ma la storia maledetta di via dell’Inviolata ne ricorda un’altra. Quella della Selciatella. Nel 2017 definitivamente sottratta al progetto di riqualificazione (ancora per mano della Soprintendenza), sulla suggestione che sarebbe diventata la «strada della monnezza».
Al netto della tanta disinformazione fatta negli anni anche dai 5Stelle che oggi governano, il Comune di Guidonia Montecelio perse il finanziamento (oltre 5 milioni di euro) già assegnato dai fondi strutturali della Comunità europea (Por Fers), erogati dalla Regione Lazio. Motivo? La progettazione restò incompleta, gli uffici regionali «archiviarono la procedura aperta con la conferenza dei servizi». Dopo ripetute sollecitazioni andate a vuoto, la mancanza di pareri, non consentì di chiudere il procedimento amministrativo nei tempi prestabiliti, e il Comune colpevolmente disattento disse addio a un sacco di soldi. Nelle narrazioni doveva diventare la «strada della munnezza», in quanto di collegamento tra il Tmb e la Buzzi Unicem, il cementificio ipoteticamente usato per la combustione: nella realtà è rimasta la strada della «munnezza» abbandonata. Praticamente una discarica.
Ecco allora che la triste storia della Selciatella rischia di ripetersi. Via dell’inviolata: qualche km di strada e 5/10 minuti di tempo per accedere anche dal versante nomentana/palombarese al Casello autostradale di Guidonia Montecelio attraverso una viabilità di raccordo studiata ma mai realizzata. È impercorribile da anni. Nonostante il progetto di ampliamento della sede stradale ne prevedesse, già all’inizio degli anni 2000, la trasformazione in via veloce di adduzione al Casello. Ridisegnando la mobilità di un intero quadrante. La ex Provincia di Roma (governata all’epoca dagli antenati del Pd) non ci mise i soldi. Lo ha raccontato qualche tempo fa l’ex consigliere provinciale Francesco Petrocchi. Il resto lo fecero i vincoli archeologici, anche allora validi per impedire la costruzione di una strada moderna e strategica.
«Nelle carte polverose della ex Provincia – spiegava Petrocchi – si trova ancora una progettazione preliminare del sistema viario di collegamento all’autostrada. Chi amministra dovrebbe rispolverarlo. Sarebbe una svolta per la viabilità dell’area nordest». Ipse dixit. Sul progetto della nuova via dell’Inviolata è calata la scure oscurantista di 50 ambientalisti, di cui una rappresentanza è arrivata (purtroppo) al governo del Comune di Guidonia Montecelio, da ieri a quello della Regione Lazio con l’entrata in giunta delle pentastellate Roberta Lombardi e Valentina Corrado.
Quel che si dice governare al contrario, attraverso una politica del non fare diventata prevalente sulla ragione e il bene comune. Così Michel Barbet, il sindaco con l’ossessione del Tmb, ostenta addirittura giubilo per la «durissima lettera da parte della Soprintendenza che si oppone di fatto ai lavori di consolidamento di via dell’Inviolata». In quanto quei lavori sarebbero stati proposti dalla proprietà del TMB e se realizzati, avrebbero facilitato non poco l’apertura dell’impianto all’interno del Parco dell’Inviolata […] La nostra amministrazione è favorevole alla presa di posizione da parte dei funzionari ministeriali […] la realizzazione della strada, sarebbe a servizio esclusivamente del Tmb. Non è assolutamente un’opera necessaria alla nostra città». La politica e l’amministrazione capovolte rispetto ai risultati che dovrebbero produrre.